Giorno della memoria Mattarella avverte:
contrastare il germe dell'intolleranza

Giorno della memoria Mattarella avverte: contrastare il germe dell'intolleranza
Celebrazioni al Quirinale per la Giornata della Memoria. Nel corso della cerimonia, nel Salone dei Corazzieri, è intervenuto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Presenti le massime autorità dello Stato, i rappresentanti della comunità ebraica e gli studenti provenienti da alcuni Comuni delle zone colpite dal sisma del Centro Italia.

La commemorazione per ricordare le vittime dell'Olocausto rinchiuse e uccise nei campi di sterminio avviene nel giorno in cui nel 1945 i carri armati dell'esercito sovietico sfondarono i cancelli del campo di concentramento di Auschwitz nell'attuale Polonia.

«Ancora oggi dobbiamo chiederci: com'è possibile che, sotto forme diverse - che vanno dal negazionismo, alla xenofobia, all'antisionismo, a razzismi vecchi e nuovi, al suprematismo, al nazionalismo esasperato, al fanatismo religioso - com'è possibile, ripeto, che ancora oggi si sparga e si propaghi il germe dell'intolleranza, della discriminazione, della violenza?», ha detto il presidente della Repubblica.

«La giornata della Memoria ci impone di ricordare le tante vittime di una stagione lugubre e nefasta. Ma impegna a contrastare, oggi, ogni seme e ogni accenno di derive che ne provochino l'oblio o addirittura la ripetizione. Auschwitz è diventato un monumento contro l'orrore nazista. Ma è, e deve essere, anche la testimonianza consapevole, di quali sciagure sia capace di compiere l'uomo quando abbandona la strada della convivenza e della solidarietà e imbocca la strada dell'odio», ha continuato Mattarella.

«La realtà dei campi di sterminio va oltre l'umana comprensione e oltre i limiti delle possibilità di espressione. Intellettuali, filosofi, storici, artisti hanno dibattuto a lungo sulla reale impossibilità di descrivere pienamente, il sistema Auschwitz: "il silenzio di Dio", evocato da Wiesel, "l'esilio della parola" di cui parla André Neher, non possono costituire però un ostacolo al nostro diritto-dovere di conoscere, indagare, studiare, riflettere. E prevenire. Nulla deve fermare la nostra volontà di ricordare, anche se ci provoca tuttora orrore e dolore», ha sottolineato ancora il capo dello Stato.

«Anche per questo dobbiamo esprimere la nostra riconoscenza, profonda e convinta, per quei reduci dei campi di sterminio che ancora oggi ci raccontano e ci tramandano l'indicibile sofferenza patita. Le loro storie e le loro parole ci colpiscono, e ci chiamano, in maniera esigente, all'impegno e alla vigilanza», ha osservato ancora il presidente della Repubblica.

«Rammentare e onorare - com'è bene fare - i tanti giusti, le tanti azioni eroiche non cancella, tuttavia, le colpe di chi, anche in Italia, si fece complice dei carnefici per paura, fanatismo o interesse», ha poi affermato Mattarella. 

«Nel Giorno della Memoria ricordiamo anche i 650.000 militari italiani deportati nei campi tedeschi, perché dopo l'8 settembre si rifiutarono di servire Hitler. È una pagina di storia, colma di sofferenza e di coraggio, che è parte integrante della Resistenza italiana e che non sempre è adeguatamente conosciuta», ha rilevato ancora Mattarella. 

 
Ultimo aggiornamento: Venerdì 27 Gennaio 2017, 13:21
© RIPRODUZIONE RISERVATA