Gianna Del Gaudio, la sorella: "Non se lo meritava". E spunta il giallo di un uomo all'obitorio

Gianna Del Gaudio, la sorella: "Non se lo meritava". E spunta il giallo di un uomo all'obitorio
Parla per la prima volta, e lo fa con “Giallo”, la sorella di Gianna Del Gaudio, la professoressa uccisa lo scorso agosto a Seriate, in provincia di Bergamo: "In questo momento di immenso dolore per me e per le nostre famiglie, mai mi sarei aspettata di dover affrontare una perdita così grande; con mia sorella ci sentivamo quasi tutti i giorni e l’affetto che c’era tra di noi era immenso. Ci volevamo veramente bene, vero amore e gioia di sentirci. Eravamo spesso in contatto con i Tizzani e nulla, dico nulla, poteva far immaginare minimamente che sarebbe potuta accadere una tragedia così immane per tutti noi”.


L’unico indagato per l’omicidio dell’ex insegnante è il marito Antonio Tizzani, 68 anni, ferroviere in pensione. Il delitto, però, è ancora avvolto nel mistero. È la prima volta che la sorella di Gianna parla a un giornale. Nelle sue parole è racchiuso tutto il dolore per la tragica scomparsa della sorella. "Mia sorella era una bontà di donna e non meritava assolutamente questa violenza... Lo ripeto, non se lo meritava".

Anche Carmine, marito di Antonella e cognato di Gianna, parla per la prima volta a Giallo. Dice l’uomo: "Con Gianna e suo marito Antonio eravamo molto uniti. Hanno trascorso qui ad Avellino molti giorni poco prima della tragedia. Il giorno della loro ripartenza per Seriate li ho accompagnati io al pullman. Ricordo che Gianna ci ha telefonato la sera di giovedì 25 agosto (il giorno prima dell’omicidio). Erano le 22, disse al telefono: “Il viaggio è andato bene, grazie di tutto. Ci sentiamo nei prossimi giorni”. Era tranquilla e spensierata, come tutte le volte in cui la sentivamo. Stiamo molto male. Non sappiamo cosa pensare. Mia moglie è molto addolorata per la morte della sorella, tra loro c’era un legame speciale. Si sentivano sempre e si sono sentite via messaggio anche l’ultima sera, poco prima che venisse uccisa".

Carmine Orvieto, così come il resto della famiglia, assiste alle indagini in attesa della verità. Prosegue l’uomo: "Noto che a oggi le indagini sembrano concentrarsi intorno alla famiglia e a mio cognato Antonio. Ho fiducia nei carabinieri, ma ci sono anche altri ambiti da approfondire. Ad esempio ci sarebbe da capire chi sia quel tipo strano che entrò nella camera mortuaria allestita nell’obitorio dopo la morte di Gianna. Eravamo lì con il resto della famiglia, c’erano i figli di mia cognata, Paolo e Mario, e il marito Antonio, quando improvvisamente entra un soggetto molto particolare: indossava dei sandali e puzzava di alcool tremendamente. Si avvicinò al feretro, mormorò qualcosa e poi andò via. Mio cognato Antonio si avvicinò per salutarlo, ma questa persona tirò dritto rifiutandosi di stringergli la mano. Rimanemmo tutti molto perplessi per questa situazione alquanto strana. Raccomandai a Mario di raccontare tutto ai carabinieri. La cosa che più mi ha colpito è stato l’odore di alcol che ha lasciato dietro di sé". Chi è dunque quella persona giunta in bicicletta fino alla camera mortuaria di Gianna? Al momento non è dato saperlo, ma non è escluso che sia stato ripreso dalle telecamere e che presto venga identificato dagli investigatori. 
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 5 Ottobre 2016, 17:02
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