"Il Vaticano ha nascosto i furti", Gianluigi Nuzzi
tra scandali, corvi e gli incassi del libro

"Il Vaticano ha nascosto i furti", Gianluigi Nuzzi tra scandali, corvi e gli incassi del libro

di Valeria Arnaldi
ROMA - “Furti di documenti sono accaduti, per la prima volta a marzo 2014: hanno scassinato degli armadi blindati in Vaticano. Questi furti sono stati tenuti nascosti dal Vaticano, così come i privilegi di una casta che nulla ha a che fare con la chiesa. Quello che fa il cronista è dare notizia. É normale che il Papa dica: “Io queste cose le sapevo”, ma certo erano destinate a lui”.



Così Gianluigi Nuzzi, ospite a Domenica Live, commenta l’uscita del suo libro e il tema delle carte segrete trafugate, toccato anche dal Pontefice in mattinata all’Angelus che ha ribadito quel furto come “atto deplorevole” ma soprattutto come “reato”.





“Su 333 pagine di libro non è stata data una riga di diritto di replica - denuncia Paolo Brosio in videocollegamento - Per impallinare due faraoni avete fatto una strage di colombe. Non è tutta così la chiesa, c’è una chiesa santa. Non si può fare di un’erba un fascio”. Brosio, documenti alla mano, sostiene di avere le prove di alcune falsità riportate nel libro, rispetto alle percentuali dell’obolo di San Pietro. “Nessuno dice di non denunciare le nefandezze della chiesa come dei giornalisti - prosegue Brosio - ma io non ho mai preso carte da estorsori”.



“I dati sono quelli - replica Nuzzi - Ci sono dei negozi in Vaticano, vanno a vedere cosa manca nei depositi e si sono rubati cose per oltre un milione di euro. Ma un cronista cosa deve fare?”.



Non è un articolo però quello firmato da Nuzzi, che al tema ha preferito dedicare un libro. Nelle sue pagine si leggono di lavori di ristrutturazione pagati dalla Fondazione Bambin Gesù per l’appartamento del cardinal Bertone, che si è difeso sostenendo di non aver saputo di queste fatture, se non dopo.



E sul tema libro, con tutti i suoi proventi, si dibatte in studio in modo concitato. A chiudere la riflessione, Sandra Milo, che replica direttamente a Nuzzi:

“L’informazione ha i suoi diritti e lei ha diritto di fare quello che vuole con le informazioni, ma anche la gente ha i suoi diritti e ha il diritto che le cose vengano dette in modo che possano essere comprese nel modo giusto. Ma lei ha detto al Papa quello che sapeva? Il suo libro è tradotto in quattordici Paesi, non è una cosa che si fa in un giorno, ma lei in questo tempo ha detto al Pontefice che lo stavano tradendo, gli ha detto delle carte? No, lei ci ha fatto un libro e cosa farà con gli incassi? Perché non ne dona una parte ai bambini poveri, ai vecchi che non sanno come mangiare, alla gente che ha bisogno? Ameno si può dare un senso a questa operazione, che altrimenti non ne ha”.



E Nuzzi: “L’ho già fatto. Le farò sapere lunedì a chi andranno”. Non oggi, domani.
Ultimo aggiornamento: Domenica 8 Novembre 2015, 20:36
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