Governo: "Migranti non sono terroristi. Radicalizzazione in carceri e web"

Terrorismo: "Migranti non sono terroristi. Radicalizzazione in carceri e web"
«Uno dei risultati più importanti» del lavoro della commissione sulla radicalizzazione è aver appurato che «i percorsi di radicalizzazione si sviluppano soprattutto in alcuni luoghi, nelle carceri e nel web, più che in altri luoghi che abbiamo magari molto seguito negli scorsi anni o decenni. Non c'è un idealtipo uguale per ciascuno dei soggetti che si radicalizzano, sono situazioni molto diverse. Ma bisogna lavorare sulle carceri e sul web per la prevenzione». Lo dice il premier Paolo Gentiloni in conferenza stampa a Palazzo Chigi.

«C'è una specificità» italiana nei fenomeni di radicalizzazione e «per certi versi è più rassicurante nel senso che le dimensioni numeriche della radicalizzazione sono minori che in altri Paesi. Ma il fatto di avere un numero minore di persone radicalizzate o foreign fighters non ci deve indurre a sottovalutare il fenomeno e la necessità di capirlo».  

«La minaccia non autorizza a fare equazioni improprie tra migrazione e terrorismo», continua il ministro specificando che la «bussola su cui si muove il governo» richiede da un lato «politiche migratorie sempre più efficaci, che coniughino attività umanitaria e accoglienza» da un lato 3 «politiche di rigore e di efficacia nei rimpatri» dall'altro.
Gentiloni ha anche ribadito come l'Italia stia facendo «un grande sforzo sul contrasto alla radicalizzazione e alla minaccia terroristica» e su questo fronte è necessario un impegno a «medio termine assieme alle comunità islamiche, ingaggiandole in un'attività di prevenzione».




 
Ultimo aggiornamento: Giovedì 5 Gennaio 2017, 11:48
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