Fortuna, violentata e lanciata dal balcone: oggi
in aula il suo calvario. La mamma: "voglio luce"

Fortuna, violentata e lanciata dal balcone: oggi in aula il suo calvario. La mamma: "voglio luce"

di Marco Di Caterino
E venne il giorno del giudizio per gli orchi del Parco Verde. Trenta mesi dopo la tragica morte di Fortuna Loffredo, la bimba abusata e uccisa per essere stata scaraventata dal vuoto dell’Isolato 3 delle palazzine popolari Iacp del Parco Verde, questa mattina alle 9 prende il via il processo presso la Quinta Sessione di Corte di Assise di Napoli, presieduta da Alfonso Barbarano, con giudice a latere Elisabetta De Tollis. Sul banco degli imputati Raimondo Caputo, detto «Titò», accusato di aver violentato e ucciso Fortuna e di aver abusato delle tre bambine della sua ex convivente Marianna Fabozzi. La donna, invece, è chiamata a rispondere in concorso con Titò degli abusi commessi da questo orco sulle sue figlie, e in particolare su quella più piccola, che pur portando il cognome dell’ex marito di Marianna Fabozzi è risultata essere la figlia naturale di Raimondo Caputo.

Sull’ex convivente dell’orco, il personaggio più enigmatico di questa storia orrenda, pende anche un’altra inchiesta. Quella della Procura di Napoli sull’omicidio del figlioletto, il piccolo Antonio Giglio, morto in circostanze analoghe a quelle di Fortuna: il bimbo precipitò nel vuoto dal settimo piano dello stesso Isolato 3, la sera del 27 aprile del 2013. La morte di Antonio fu al momento classificata come fatto accidentale, e la mamma, Marianna Fabozzi, indagata per “culpa in vigilando” e omicidio colposo. Poi le analogie con il delitto di Fortuna e il coinvolgimento della mamma e di Titò nell’inchiesta sulla morte di Chicca – così affettuosamente era chiamata Fortuna – hanno indotto qualche mese fa i pm di Napoli a procedere per omicidio volontario.

Quello che si prospetta sarà un processo da stomaco forte, perché sotto la luce cruda del dibattimento verranno ascoltate - solo in audio - i racconti delle violenze subite ad opera di Titò dalle tre figlie di Marianna Fabozzi, registrati durante le udienze dell’incidente probatorio. Testimonianze sconvolgenti. Il racconto delle terribili minacce con cui l’uomo accompagnava l’ordine di non dire a nessuno quello che aveva fatto la mattina del 24 giugno del 2014, quando volendo soddisfare le sue immonde voglie ancora una volta sulla piccola Chicca, a una più decisa e ferma reazione della bambina l’afferrò di peso e la scaraventò nel vuoto, come uno straccio qualsiasi. Sarà, è facile immaginarlo, anche un dibattimento all’arma bianca. 
Ultimo aggiornamento: Martedì 8 Novembre 2016, 16:18
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