Ferragosto al lavoro: raddoppiano
i volontari che timbreranno il cartellino

Ferragosto al lavoro: raddoppiano i volontari che timbreranno il cartellino

di Fulvio Fioretti
SUSEGANA - Oggi si conoscerà il numero preciso di volontari che a Ferragosto, è la prima volta, lavoreranno nello stabilimento Electrolux di Susegana. I lavoratori che hanno sfidato il dissenso dei delegati e delle organizzazioni sindacali si sono contati, e sono aumentati di numero nelle ultime ore. Una svolta positiva per l'azienda, un cattivo esempio per il mondo sindacale.



Le polemiche sembrano aver convinto anche chi era indeciso. Se mercoledì erano una trentina, ieri sono arrivati a 55. Ma sono numeri ufficiosi. Sufficienti tuttavia, dicono, per far funzionare decentemente la linea 4 e produrre 200 o più pezzi nelle sei ore a disposizione del turno.



Le Rsu, le rappresentanze sindacali aziendali, hanno esposto ieri un nuovo cartello di ammonimento sull'inopportunità della scelta per i colleghi che varcheranno i cancelli dello stabilimento in un giorno festivo comandato. «Ci sono state offese e insulti tra i lavoratori, qualcuno ha gridato anche "crumiri". Un clima brutto» afferma Giovanna Cirillo della Rsu Electrolux. È stato confermato però che il 15 agosto non ci saranno picchetti, nessuno sciopero, si lascia la libera scelta. E dunque nessuna contro manifestazione.



Di certo ai delegati di fabbrica, fin dall'inizio schieratisi contro la richiesta aziendale di volontari per Ferragosto, questo è un precedente che non piace. Come conferma Augustin Breda della Fiom: «Questa è la propaganda e retorica del lavoro. Nessuno dice che più straordinari si fanno meno occupazione si crea. In questo, Electrolux è un pessimo esempio. Cinquanta contratti a termine o somministrati, oppure comandati da altre aziende in crisi, avrebbero permesso di lavorare linearmente a regime ed evitato perdite produttive com'è avvenuto a causa di errori, guasti e soprattutto carenza di operai».



Diversa la questione impostata da un lavoratore che invece ci sarà domani in fabbrica, la sua scelta e quella di altre decine di colleghi è difesa a spada tratta: «Le polemiche di questi giorni hanno fatto lievitare le adesioni di chi prima non voleva aderire o era indeciso. Io stesso, impiegato di produzione, uno dei pochi iscritti alla Fiom sono d'accordo. È ridicolo che un anno e mezzo fa - spiega - si manifestasse in Pontebbana per il lavoro e ora si protesti per non lavorare un giorno». L’operaio conclude: «Servono frigoriferi in questo periodo. Se ora ne facciamo 10, il mercato ne chiede 11. Si deve recuperare. Ogni frigorifero fatto è un cliente accontentato, altrimenti rischiamo di dare corda alla concorrenza. Ma ai delegati questo non sembra importare molto».
Ultimo aggiornamento: Venerdì 14 Agosto 2015, 13:42