Ebola, infermiere in stato febbrile ma lucido.
A Sassari tre persone in quarantena -Video

Ebola, infermiere contagiato è febbrile ma lucido. A Sassari tre persone messe in quarantena
Solo un po' di febbre, ma serenità e fiducia nei medici. Inizia bene la battaglia contro Ebola dell'infermiere sardo che è stato contagiato in Sierra Leone dal virus è arrivato nella notte a Roma da Sassari, e la speranza palpabile alla lettura del primo bollettino medico è che la sua vicenda finisca come quella del medico siciliano curato e dimesso lo scorso due gennaio.







L'operatore, che ha prestato servizio in uno dei centri gestiti da Emergency nel paese africano è arrivato a Roma da Freetown il 7 maggio passando per Casablanca, in Marocco. Ai primi segni di febbre, domenica scorsa, si è 'autoisolato' fino alla conferma della positività al virus, una procedura che secondo gli esperti rende il rischio di contagi 'trascurabile', anche se tre persone in Sardegna sono in quarantena precauzionale. Stanotte il trasferimento, con un viaggio prima da Sassari all'aeroporto di Alghero in ambulanza, poi con un C-130 dell'Aeronautica militare da Alghero a Pratica di Mare ed quindi in ambulanza dallo scalo allo Spallanzani, sempre 'sigillato' in una barella ad alto biocontenimento. «Il paziente è stato monitorizzato durante tutto il trasporto aereo, senza nessuna criticità.



Al momento della presa in carico - hanno spiegato gli esperti - il paziente era febbrile, lucido e collaborante». Il primo trattamento scelto dal team dello Spallanzani, che fra medici, infermieri e tecnici di laboratorio comprenderà circa 100 persone, è un antivirale specifico non registrato, già autorizzato dall'Aifa su indicazione del ministero della Salute, ma non si esclude l'utilizzo di plasma di convalescente o l'utilizzo di altre terapie sperimentali, come avvenuto per il medico siciliano che nei suoi 40 giorni di degenza ha ricevuto quattro farmaci e diverse sacche di plasma.



«Valuteremo la strategia giorno per giorno - ha spiegato il direttore scientifico dello Spallanzani Giuseppe Ippolito -, perché ogni paziente è diverso dall'altro, e siamo abituati a condizioni che cambiano anche all'improvviso. I prossimi giorni saranno decisivi, non le prossime ore». Per il momento, ha confermato Rossella Miccio di Emergency, il morale dell'infermiere è alto. «Lo abbiamo sentito quando è rientrato, e ci ha contattato subito, appena sviluppati primi sintomi - ha raccontato Miccio -. Io l'ho sentito anche ieri sera prima che venisse trasferito e compatibilmente con la situazione l'ho sentito sereno, è una persona solida».



Ancora nessun indizio invece su cosa sia andato storto, in un momento peraltro in cui ci sono pochi casi a settimana. «Che qualcosa non abbia funzionato è evidente, visto che si è ammalato - ha detto -, le procedure le rivediamo costantemente, purtroppo l'errore umano o il problema tecnico possono esserci, ad oggi stiamo ancora cercando di capire cosa sia successo. Le procedure comunque funzionano, consideriamo che con il personale dell'ospedale chirurgico arriviamo al migliaio di operatori, e le persone contagiate si contano sulla punta di una mano».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 13 Maggio 2015, 20:37