Caso Scajola, la fuga di Matacena:
"Gli Emirati Arabi dicono no all'estradizione"

Caso Scajola, la fuga di Matacena: "Gli Emirati Arabi dicono no all'estradizione"
DUBAI - Gli Emirati arabi hanno rigettato la richiesta di estradizione della Dda di Reggio Calabria per Amedeo Matacena, l' ex deputato di Forza Italia

condannato per concorso esterno in associazione mafiosa, attualmente latitante a Dubai. Lo ha reso noto uno dei difensori dell'ex parlamentare, l'avvocato Enzo Caccavari. «La richiesta di estradizione per Matacena è stata ritenuta totalmente illegittima dall'autorità giudiziaria degli Emirati arabi perché in quel Paese non esiste il reato di concorso esterno in associazione mafiosa», ha dichiarato Enzo Caccavari, spiegando i motivi del rigetto della richiesta di estradizione per l'ex deputato.





La richiesta di estradizione per Matacena era stata fatta dalla Dda di Reggio Calabria nell'ambito dell'inchiesta sugli appoggi di cui l'ex parlamentare avrebbe beneficiato per sottrarsi all'arresto dopo la condanna definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa. Appoggi che sarebbero stati messi in atto, tra gli altri, dall'ex ministro dell'Interno, Claudio Scajola, e dalla moglie di Matacena, Chiara Rizzo, arrestati anche loro ed attualmente entrambi ai domiciliari.



"VOGLIO TORNARE E AVERE GIUSTIZIA IN ITALIA" «Io sono una persona che sta cercando giustizia e la vuole ottenere in Italia, dove voglio tornare una volta che nel mio Paese sarà riconosciuta la mia innocenza, che è nei fatti». Lo dice Amedeo Matacena contattato telefonicamente dall'ANSA a Dubai. «Spero che la giustizia italiana - aggiunge - dimostri di essere tale».



"NON PIÙ LATITANTE MA RIFUGIATO" «Con la decisione di rigettare la richiesta di estradizione, io non sono più un latitante, ma un rifugiato negli Emirati arabi Uniti». Lo dice Amedeo Matacena al telefono con l'ANSA da Dubai. «Sono molto grato - aggiunge - all'autorità giudiziaria degli Emirati per questa decisione le cui motivazioni si conosceranno a breve. È bene rilevare che è stata presa senza neanche attendere il dispositivo della sentenza con cui la Cassazione il 20 giugno mi ha ridotto la condanna da cinque a tre anni». «Adesso attendo e chiedo pacatamente ma con decisione - dice ancora Amedeo Matacena - che la Cassazione depositi i motivi della sentenza del 20 giugno entro i 30 giorni indicati perchè io di conseguenza, lette le motivazioni con i miei legali, possa verificare quali sono gli ulteriori passi da compiere perchè mi vengano tolti anche i tre anni di condanna che sono ancora in piedi». «Se i giudici di Cassazione hanno ammesso di avere sbagliato, riducendo la condanna - aggiunge l'ex deputato - è molto probabile che ci siano altri errori che, nel caso, dovranno essere sottoposti alle autorità competenti. In più aspetto che venga discusso il ricorso alla Corte europea, che è stato ammesso ed ha un numero di ruolo ben preciso».



"LIBERTÀ A MIA MOGLIE, NON PUÒ REITERARE" «Spero adesso che la giustizia italiana prenda atto che, essendo stato riconosciuto il mio ruolo di rifugiato, non esiste più la possibilità per la madre dei miei figli di reiterare il reato e le revochi, quindi, gli arresti domiciliari».
Lo dice all'ANSA, al telefono da Dubai, Amedeo Matacena.

Ultimo aggiornamento: Lunedì 14 Luglio 2014, 09:14