"Don Ciotti va ucciso", il gip archivia le minacce di Riina: "Non sono reali"

"Don Ciotti va ucciso", il gip archivia le minacce di Riina: "Non sono reali"

di Angela Calzoni
Si chiude con un'archiviazione la vicenda delle minacce di Totò Riina a don Ciotti. Il Capo dei Capi era stato intercettato nel carcere di Opera il 14 settembre 2013 mentre parlava con un presunto appartenente alla Sacra Corona Unita e diceva: «Ciotti, Ciotti, putissimo pure ammazzarlo».

Parole per le quali Riina era stato indagato. La procura, però, ha chiesto di archiviare il fascicolo al gip Anna Magelli, che ha acconsentito a chiudere la vicenda. Le parole di Riina, pur essendo intimidatorie, non sarebbero un ordine da trasferire all'esterno del carcere e da eseguire.

Il 29 maggio scorso davanti al gip don Ciotti si era opposto all'archiviazione. «Abbiamo avuto altre minacce, ma andiamo avanti», aveva detto il fondatore di Libera. Le intercettazioni con le minacce erano state depositate nel processo sulla trattativa Stato-Mafia. Nella stessa conversazione durante l'ora d'aria, Riina aveva detto all'altro detenuto di essere «preoccupato». «Sai aveva aggiunto - con tutti questi sequestri di beni».

Una delegazione della commissione parlamentare antimafia, ha svolto un sopralluogo all'Ospedale Maggiore di Parma dove Riina è ricoverato, in regime di 41 bis. Il 7 luglio si terrà un'udienza davanti al Tribunale di Sorveglianza di Bologna, che dovrà decidere sulla sua scarcerazione a seguito di una recente pronuncia della Cassazione e di un'istanza della difesa di Riina per il differimento della pena o la detenzione domiciliare per motivi di salute.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 15 Giugno 2017, 09:34
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