Riina jr da Vespa, l'allarme di don Ciotti:
"Nell'intervista ha parlato in codice"

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«Non ho visto l'intervista, ne ho vista una parte. Per me è inquietante, perché in quell'intervista lui usa dei codici mafiosi» riferendosi ai pentiti che stanno collaborando con la giustizia, ed «è un segnale pericoloso che noi dobbiamo saper cogliere». Lo ha detto don Luigi Ciotti, presidente di Libera, a margine di un incontro a Bologna, in merito all'intervista su Rai1 a Salvo Riina, figlio del boss di Cosa Nostra. «Per me è importante alzare il tono della voce - ha aggiunto - perché in Libera aderiscono migliaia di famigliari di vittime innocenti delle mafie, a cui sono stati strappati gli affetti, e il 70% di loro non conosce la verità. Abbiamo bisogno di verità non di enfasi su storie che hanno fatto soffrire il nostro paese».

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Per don Ciotti, che è stato minacciato di morte da Totò Riina, «bisogna comunque dare atto alla Rai che lo scorso 21 marzo ha dato grande attenzione, mobilitando tutte le sue forze, alla giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie». «L'impegno della Rai è stato quindi importante e puntuale - ha ribadito don Ciotti prima di intervenire all'incontro su temi di mafia organizzato dalla Scuola di Giurisprudenza - Ma spero che, dopo la trasmissione coi Casamonica e poi con il figlio di Riina, non succeda più. Loro sono ancora forti e noi gli diamo la passerella».
Ultimo aggiornamento: Giovedì 7 Aprile 2016, 21:58
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