Detenuti evasi a Roma, il Sappe: "Solo due
agenti di guardia". Antigone: "nessuna carenza"

Detenuti evasi a Roma, il Sappe: "Solo due agenti di guardia". Antigone: "nessuna carenza"
E' polemica sulla sicurezza dopo l'evasione di due detenuti dal carcere romano di Rebibbia.

Il sindacato di polizia carceraria Fns Cisl dà la colpa al sovraffollamento di Rebibbia rispetto al numero inadeguato di agenti. «Il personale in servizio di Polizia Penitenziaria nei 14 Istituti Penitenziari della regione Lazio risulta essere sottodimensionato e non più rispondente alle esigenze funzionali degli Istituti - ha detto il segretario aggiunto Massimo Costantino - dove si continua a registrare un esubero di detenuti rispetto alla capienza detentiva prevista». Nel Nuovo Complesso di Rebibbia ci sono secondo Fns Cisl 157 detenuti in più rispetto ai 1.235 previsti. «Le carceri sono più sicure assumendo gli Agenti di Polizia Penitenziaria che mancano - dice il segretario nazionale del sindacato Sappe Donato Capece -, finanziando gli interventi per far funzionare i sistemi antiscavalcamento, potenziando i livelli di sicurezza delle carceri: non è un caso che proprio i sistemi di sicurezza del carcere di Roma Rebibbia sono fuori uso da tempo».

In particolare, ha sottoilneato Capece, «questa sera, quando è avvenuta l'evasione, nel reparto in cui erano detenuti i due soggetti evasi, c'erano di guardia solo due agenti per complessivi 150 detenuti».

Nel perimetro esterno di Rebibbia «non vi è più sorveglianza armata: la sicurezza è oggi demandata ad una autopattuglia che provvede alla sorveglianza dell'intero perimetro detentivo - segnala in una nota Leo Beneduci, segretario generale del sindacato di polizia penitenziaria Osapp - I due detenuti romeni evasi quest'oggi avrebbero segato le sbarre del secondo piano del Reparto G11 del carcere di Rebibbia calandosi poi con l'ausilio di lenzuola annodate nel camminamento sottostante per poi arrampicarsi all'altezza della garitta nr. 3 dell'Istituto di pena. Successivamente i due reclusi si sarebbero calati in prossimità del Reparto Cinofilo per poi raggiungere l'intercinta e l'esterno lato via Tiburtina dove vi sarebbero state due autovetture ad attenderli». Beneduci aggiunge che «è assai probabile che a favorire l'evasione vi sia stato il fatto che uno dei due detenuti svolgeva mansioni da lavorante interno al carcere che potrebbe avergli consentito di reperire le lame per segare le sbarre».

ANTIGONE, IL PRESIDENTE CONTROCORRENTE: "NESSUNA CARENZA" Nelle carceri italiane «non c'è nessun allarme per carenza di organico fra gli agenti penitenziari». «L'Italia ha il più alto numero di poliziotti per detenuto in Europa».
Dunque «non è una questione di numeri, al limite di razionalizzazione, ovvero bisogna chiedersi quanti lavorano per esempio negli uffici, quanti sono maldistribuiti fra Sud e Nord?'». Così il presidente di Antigone, Patrizio Gonnella, sostenendo che «Roma non ha affatto numeri bassi di poliziotti», commenta l'evasione dei due detenuti dal carcere di Rebibbia, e replica così alle denunce dei sindacati di Polizia Penitenziaria che lamentano una carenza cronica di agenti. «Premesso che ogni detenuto avrà sempre voglia di evadere - aggiunge Gonnella, a margine di un convegno, organizzato a Roma, sul tema dei diritti religiosi in carcere - si tratta di un problema di qualità del servizio di sicurezza. Basti pensare che ci sono carceri americane dove di notte è di guardia un solo poliziotto ma funzionano sistemi con chiusure elettroniche che impediscono l'evasione». Quanto alle 'presenzè di ieri al momento dell'evasione, Gonnella premette «io non so quanti erano gli agenti nel padiglione», ma «sarebbe bene verificare piuttosto quanti assenti c'erano, ad esempio per motivi di salute, per motivi personali ecc. perchè il carcere - conclude - è un luogo che fa male a tutti e fa male anche a chi ci lavora, quindi è alto il tasso di malattie professionali».

Ultimo aggiornamento: Lunedì 15 Febbraio 2016, 14:09
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