"Ho denunciato il mio ex, ora sta per uscire
dal carcere e mi ha minacciata di morte"

"Ho denunciato il mio ex, ora sta per uscire dal carcere e mi ha minacciata di morte"
Picchiata dal suo ex e minacciata di morte, oggi Lidia denuncia l'abbandono da parte delle autorità. Lidia Vivoli, 45 anni, ex hostess di Wind Jet, ha subito violenze dal suo ex, condannato a 4 anni e sei mesi. Il prossimo novembre dovrebbe uscire dal carcere e ora la donna teme per la sua vita. 

«Me l’ha giurata. Lui non si rassegna, non si è mai rassegnato. Mi ha detto in faccia che appena fuori me la farà pagare. Temo che possa uccidermi», ha raccontato a Il Corriere della Sera. Tutto risale al 2012 quando l'uomo è stato accusato per tentato omicidio e sequestro di persona: «Da tempo tra noi c’erano problemi. Era gelosissimo, ogni appuntamento pensava che celasse un tradimento. Poi non lavorava e praticamente ero io a mantenerlo. Quella notte, dopo l’ennesima discussione, andò in bagno e qualche minuto dopo tornò con una padella di ghisa. Cominciò a colpirmi fino a rompermela in testa. Poi afferrò le forbici e mi colpì al ventre e alla coscia. Lottai, cercai di resistere, ma lui mi tenne immobilizzata per tre ore. Mi liberò solo con la promessa che non lo avrei denunciato».



Lidia ha vissuto momenti difficili, ma oggi è felice, con un nuovo compagno e due gemelli avuto dal nuovo amore. 
«Cinque mesi dopo l’arresto ottenne i domiciliari, cominciò a mandarmi messaggi su Facebook. Un giorno me lo ritrovai davanti. Mi disse che voleva tornare con me, che lo stavo rovinando, che me l’avrebbe fatta pagare», così racconta Lidia che da anni si batte in campagne contro la violenza sulle donne. Da tempo si impegna a parlare con gli studenti, con altre donna, invita tutti a non sottovalutare atteggiamenti violenti e di gelosia e a denunciare quando le relazioni diventano violente.

Dietro alla forza di Lidia, però, si cela la rabbia nei confronti delle istituzioni.
La donna chiede allo Stato maggiore tutela per le donne che vivono nella sua stessa condizione:
« I carabinieri mi hanno detto: “Se lo dovesse vedere ci avvisi tempestivamente”. Ma le pare normale? Più in generale ci vorrebbe una legge che equipari la nostra situazione a quella delle vittime di mafia e terrorismo».
Ultimo aggiornamento: Lunedì 3 Aprile 2017, 12:42
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