Ecco il coordinatore dei genitori separati in conflitto: lezione americana per non imitare kramer vs kramer

Ecco il coordinatore dei genitori separati in conflitto: lezione americana per non imitare kramer vs kramer

di Emiliana Costa
ROMA - Discussioni senza fine su chi va a prendere i figli a scuola o chi li accompagna dal dentista. Sono solo alcuni degli esempi di vita quotidiana di coppie che stanno affrontando una separazione conflittuale. Il coordinatore, avvocato assistente sociale o psicoterapeuta che sia, mette in campo tutti gli strumenti per interrompere il circolo vizioso del conflitto, alla Kramer Vs. Kramer. Cerca di riportare i genitori in separazione a puntare l 'attenzione sul bene superiore: il benessere del figlio minore, spesso vittima del conflitto. E se fino ad ora l’unica figura prevista dal nostro ordinamento per gestire il complicato ménage era l’assistente sociale, dagli Stati Uniti arriva un nuovo professionista specializzato in temi giuridici e psicologici: il coordinatore genitoriale. Se n’è parlato nel corso del convegno “Coordinare i genitori altamente conflittuali per la costruzione dei piani genitoriali” che si è svolto presso la Corte di Appello di Roma. “Quella del coordinatore genitoriale – spiega Maddalena Cialdella, psicoterapeuta e pres. Aires – è una figura fondamentale per allontanare i genitori dal conflitto considerato patogeno per i minori”.











Presente al seminario anche la psicologa statunitense Debra Carter, in Italia in occasione della traduzione del suo libro “Coordinatore genitoriale: una guida pratica per i professionisti del diritto di famiglia”. Carter spiega come in America “il giudice possa disporre il ricorso a questa figura professionale sia durante che dopo il procedimento, sempre a tutela dei figli”. Ed è spiega la Carter "una figura molto assertiva, che deve coordinare tutte le figure professionali coinvolte, ma anche aver polso".

Nel nostro paese il servizio di coordinatore genitoriale non è ancora stato istituito. “In Italia – afferma Stefania Ciani, giudice del Tribunale Civile di Civitavecchia – credo che l’unico modo per attivare questo servizio sia attraverso la specializzazione di assistenti sociali che già si occupano di minori”. Le fa eco Lucilla Anastasio, avvocato dell'associazione che riunisce gli avvocato mediatori familiari, che conclude: “La parola chiave è formazione e in questo i passi avanti più grandi dobbiamo farli proprio noi avvocati”. Anche se il sogno delle associazioni organizzatrici dei giorni di lavoro con la Carter, come dice Silvia Mazzoni, "è arrivare ad un riconoscimento di questa figura".



Alla giornata di formazione hanno partecipato avvocati, mediatori, psicologi e anche giudici, loro sì perfettamente a loro agio sullo scranno dell'aula Europa della Corte di Appello di Roma. Dice la

Giudice Ciani del tribunale di Civitavcchia: "Aumentano le separazioni non mediabili (da alcuni dati sul territorio romano si parla di un 70 per cento, ndr). A Civitavecchia nelle mie ordinanze ho già indicato la figura del coordinatore genitoriale, il perimetro del suo intervento. Possiamo già intervenire per bloccare sul nascere il conflitto su chi debba andare a ritirare la pagella. I figli devono crescere liberi di poter volere bene a mamma e papà, genitori separati un modo nuovo di essere genitori".



Silvia Albano è il giudice che è stata chiamata a dirimere il caso delle nascite dopo l'errore nell 'inseminazione artificiale all'ospedale Pertini, ma è soprattutto una grande esperta nelle questioni che riguardano proprio le separazioni. "Da quando due anni fa la professoressa Mazzoni ha portato in Italia la Carter sono successe tante cose positive: dall'idea della coordinazione genitoriale, si è passati alla formazione di decine di operatori della Provincia di Roma e ora assistiamo a casi trattati nei municipi (il lavoro di Aires a Ostia e Monteverde, ndr) e a Civitavecchia: noi da giudici possiamo affidare i casi ai municipi, sperando che questi si rivolgano a figure come quella delineata dalla Carter. Accompagnando con provvedimenti di restrizione della responsabilità genitoriale, perché altrimenti i genitori conflittuali non eseguono il decreto che noi emettiamo e in cui vogliamo mandare le famiglie a fare terapia etc. Ma questo è lo strumento più efficace per non arrivare a togliere del tutto la responsabilità genitoriale e arrivare a mediazione e affido condiviso".



Chiusura con un caso che viene direttamente dai servizi, l'esperienza di coordinamento genitoriale della dottoressa Cialdella, vissuta con una famiglia molto conflittuale nel territorio del Litorale romano: "Un percorso di riavvicinamento ai figli, di riscoperta dei figli e della loro sofferenza nel conflitto tra genitori: vedeste la reazione dei coniugi in lotta da anni quando strappai davanti ai loro occhi la foto dei figli..." Hanno visto a cosa stava portando il loro conflitto. In tempo per non fare altro male ai figli e a loro stessi
Ultimo aggiornamento: Venerdì 7 Novembre 2014, 19:49
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