"Cesare Battisti sarà espulso dal Brasile":
c'è l'ok dal giudice, andrà in Messico o Francia

"Cesare Battisti sarà espulso dal Brasile": c'è l'ok dal giudice, andrà in Messico o Francia

di Paola Pastorini
MILANO - Una storia di documenti falsi potrebbe mettere la parola fine all’esilio di Cesare Battisti. L’ex terrorista dei Proletari armati per il comunismo (Pac), condannato all’ergastolo in via definita in Italia per quattro omicidi commessi durante gli anni di piombo, rischia l’espulsione dal Brasile.





Una giudice federale di Brasilia, Adverci Rates Mendes de Abreu, ha infatti accolto la richiesta della Procura federale di considerare nullo l’atto di concessione del permesso di soggiorno a Battisti, definito «uno straniero senza documenti, condannato in Italia per gravi crimini». La giudice ha quindi avviato la procedura di espulsione e ha sollecitato il governo a verificare la possibilità di consegnare Battisti alle autorità di Francia o Messico, dove l’ex terrorista ha soggiornato prima dell’arrivo in Brasile. Conferma l’espulsione il suo avvocato, che peraltro ha già annunciato il ricorso. Battisti è stato condannato a due anni, poi convertiti in affidamento ai servizi sociali, per la falsificazione dei timbri del Servizio immigrazione che gli hanno permesso di entrare illegalmente in Brasile dopo la lunga latitanza in Francia.



Battisti, 60 anni, una ex moglie e due figli, alla fine degli anni 70 entra a far parte dei Pac, con cui compie numerosi azioni di terrorismo tra cui i 4 omicidi (il macellaio Lino Sabbatin, il gioielliere Pierluigi Torregiani, il maresciallo degli agenti di custodia Antonio Santoro e l’agente Digos Andrea Campagna) per cui è stato condannato all’ergastolo. Arrestato e incarcerato a Frosinone, nel 1981 evade e vive fra Messico e Francia. Proprio in Francia inizia a scrivere, diventando un giallista famoso, ma nel 2004 fugge in Brasile, subito prima che il Consiglio di Stato francese dica sì all’estradizione in Italia. Nel 2007 l’arresto a Rio de Janeiro per i documenti falsificati e la condanna che potrebbe costargli l’espulsione. Due anni dopo il governo Lula gli concede lo status di rifugiato politico. La notizia della possibile espulsiione è stata accolta con favore dal centrodestra e da Alberto Torreggiani, figlio di una delle vittime, che ha chiesto «la riapertura della procedura di estradizione», mentre Lino Sabbadin, figlio di un’altra vittima, auspica che l’ex Pac «sconti la sua pena». Le autorità brasiliane hanno sempre negato che la vicenda di Battisti sia legata a quella di Henrique Pizzolato, ex dirigente del Banco do Brasil condannato a 12 anni per il cosiddetto “Mensalao”, la Mani Pulite brasiliana, e fuggito in Italia con il passaporto del fratello defunto. Il Brasile ha chiesto l’estradizione di Pizzolato e la decisione è ora nella mani del Ministero della Giustizia.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 4 Marzo 2015, 09:34
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