Rai, guerra al maxitaglio da 150 milioni.
Dimissioni nel cda. Il governo: "Andiamo avanti"
La decisione è stata presa con sei voti a favore (Verro, De Laurentiis, Rositani, Pinto, Tobagi e Colombo), due contrari (Luisa Todini e Antonio Pilati) e un astenuto (il presidente Anna Maria Tarantola). Un cda burrascoso, il cui esito ha convinto la Todini, che aveva promesso le dimissioni "entro l'autunno" in forza del suo nuovo incarico di presidente di Poste, ad anticipare l'addio al consiglio d'amministrazione. E l'astensione di Annamaria Tarantola, sull'ordine del giorno è motivata dal fatto che la stessa è "presidente di garanzia". Ne consegue quindi il suo non pronunciarsi sulla materia.
Non è automatico che si debba procedere subito alla sostituzione della Todini con la nomina di un nuovo consigliere da parte della Commissione di Vigilanza Rai. Già in passato, infatti, è accaduto che ci siano state dimissioni di consiglieri senza che si sia proceduto da parte degli organi competenti alla nomina di un sostituto. E' addirittura c'è stato anche un momento in cui operava una sorta di 'cda smart' con appena tre consiglieri.
Il sì del cda Rai al ricorso è "un voto determinato solo da logiche politiche e personali, all'insegna del tanto peggio tanto meglio. Sia ben chiaro, comunque, che tutto questo non indebolisce affatto, semmai rafforza, la volontà del governo di liberare la Rai e il servizio pubblico dalle vecchie logiche". Lo dice il sottosegretario di Stato al ministero dello Sviluppo Economico, Antonello Giacomelli.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 20 Novembre 2014, 09:35