Strage del bus ad Avellino, ecco il video che riapre il caso

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Il nuovo video. «Posso dire con sicurezza che l'incidente del bus precipitato dal viadotto dell'A16 Napoli-Canosa sia stato causato da qualcosa che è stato determinato dalle due auto che lo precedevano»: Sergio Pisani, difensore di Gennaro Lametta, proprietario del bus nel quale il 28 luglio del 2013 persero la vita 40 persone, è certo di capovolgere le sorti processuali del suo assistito e degli altri 14 imputati, accusati a vario titolo di omicidio colposo plurimo, disastro colposo e di falso atti di ufficio, alla luce del video registrato dalle telecamere di sorveglianza installate su quel tratto dell'autostrada, nel quale si vedono due auto, una che trina l'altra, che a velocità sostenuta precedono il bus.

«Credo che sia accaduto qualcosa qualcosa alle due auto e che questo sia diventato un elemento decisivo all'origine dell'incidente: l'autista (Ciro Lametta, fratello di Gennaro, morto nell'incidente, ndr) può essere stato costretto a schivare un ostacolo improvviso, derivato probabilmente da una manovra irregolare delle due auto che lo precedevano, e a guadagnare la corsia di sinistra. Se si fosse trattato di un'avaria al bus, come sostiene la Procura, l'autista, come ha poi tentato di fare, avrebbe proseguito la marcia sulla corsia di emergenza alla sua destra».

Nella prossima udienza, fissata il prossimo 25 novembre davanti al giudice monocratico del Tribunale di Avellino, Luigi Buono, Pisani chiederà la proiezione in aula del filmato, della durata di 18 secondi, e una nuova perizia tecnica che tenga conto dei nuovi elementi che emergono dalle immagini. Lo stesso legale chiederà anche la comparazione tra un pezzo meccanico dell'impianto di trasmissione del bus, perso sull'asfalto prima di precipitare, e una base metallica, ritrovata anch'essi sul luogo dell'incidente, che Pisani ipotizza essere un componente del traino utilizzato dalle due auto. Secondo la perizia della Procura, le cause che determinarono l'incidente furono invece la rottura dell'impianto frenante del bus e la scarsa resistenza delle barriere protettive causata dall'usura dei «tirafondi», i bulloni che fissano al suolo i cosiddetti «new jersey».
Ultimo aggiornamento: Martedì 15 Novembre 2016, 21:46
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