Autovelox, ultimatum dell'Aci ai Comuni: "Basta all'uso solo per fare cassa"
Presidente Sticchi Damiani, da dove trae origine la campagna in grande stile che avete lanciato?
«Dagli ultimi dati ufficiali, riguardanti il 2015, degli introiti da multe. Siamo arrivati a 1,7 miliardi di euro, con un incremento del 45,6 per cento sull'anno precedente. È una montagna di soldi».
Sembrerebbe che gli italiani al volante siano molto indisciplinati, a cominciare dalla velocità.
«Premesso che i limiti vanno rispettati, non credo che il masochismo sia tale da indurli a superare i limiti quando si sa che c'è l'autovelox. È anche vero che ci sono molti maleducati che parcheggiano in divieto di sosta, in doppia fila, sulle strisce pedonali, ma nelle nostre città, salvo qualche eccezione, i parcheggi non ci sono. E cosa deve fare un conducente che non può permettersi il taxi per andare in centro città, dopo aver girato per mezz'ora senza trovare un parcheggio? Qui c'è qualcosa che non funziona e bisogna cominciare ad affrontarlo».
Iniziamo dall'autovelox.
«Se c'è un Comune che incassa 6 milioni all'anno da un autovelox significa che la posizione è sbagliata e nessuno lo vede. L'obiettivo dovrebbe essere quello di ridurre la velocità, con postazioni fisse, dove c'è una necessità effettiva di rallentamento: un incrocio, una confluenza, lavori in corso».
Invece?
«Lo mettono in luoghi dove non ci sono esigenze oggettive. O dove non è visibile, magari a tre metri di altezza. Con un doppio danno: non si riduce la velocità del traffico e c'è una valanga di multe per gli automobilisti che in un anno già spendono 144 miliardi di euro».
Ultimo aggiornamento: Domenica 18 Giugno 2017, 09:43
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