Alberto Stasi, lettera dal carcere: "Io come
Tortora vittima di un processo mediatico"

Alberto Stasi, lettera dal carcere: "Io come Tortora"
MILANO - Alberto Stasi scrive dal carcere. "Io come Tortora, sono vittima di un processo mediatico". E' la lettera-memoriale dal penitenziario di Bollate, dove ha iniziato a scontare la pena definitiva di 16 anni per l'omicidio della sua fidanzata Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007. La lettera, sei facciate di fogli protocollo, è stata inviata al Quotidiano Nazionale lo scorso 14 dicembre. Il 32enne Alberto si definisce un "prigioniero": "Mi sembra che in casi come il mio si voglia a tutti i costi consegnare un colpevole all'opinione pubblica - scrive -, senza però preoccuparsi se colui che viene indicato come tale sia effettivamente il colpevole e non una vittima di errate decisioni e aspettative".

E ancora. "I fatti e le carte hanno sempre provato la mia innocenza e le nuove perizie fatte l'anno scorso avevano rafforzato questa verità - prosegue -.
Questo era il processo; io ho sempre saputo di essere innocente. Non nascondo di avere temuto l'assurdo epilogo che oggi sto vivendo, visto l'incomprensibile iter processuale che ho dovuto vivere". "In situazioni come queste, le persone vengono esibite come trofei alzati al cielo dopo una vittoria. È sempre stato così e sempre sarà, da Sacco e Vanzetti a Tortora".

Ultimo aggiornamento: Venerdì 1 Gennaio 2016, 13:07
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