Afragola, boss ucciso davanti al figlio. La moglie colpita di striscio salvata dal telefono cellulare

Boss ucciso davanti al figlio, moglie colpita: salvata dal cellulare

di Marco Di Caterino
Afragola. Sette omicidi in dieci giorni. Una torta da spartirsi di 100 milioni di euro, fondi destinati all’Alta velocità che fanno gola a tutti. L’ultimo delitto ieri, poco dopo le due di pomeriggio sulla trafficata e affollata rotonda dell’Arcopinto tra Afragola, Casoria e Cardito. Obiettivo del killer dalla mira chirurgica Remigio Sciarra, 52 anni, elemento di spicco del clan Cennamo, ucciso con un solo colpo di pistola alla nuca, mentre era alla guida della sua Polo, accanto a lui c’era la moglie rimasta leggermente ferita, e sul sedile posteriore il figlio di 11 anni impegnato a parlare con un amichetto. Il ragazzino non si è accorto di nulla. Solo quando ha visto il capo del padre chinato sul volante ha compreso ed è subito sceso dall’auto.
 


La dinamica non è differente rispetto agli altri delitti. La vettura è stata affiancata da una moto di grossa cilindrata con due persone a bordo che indossavano il casco integrale. Il killer che sedeva dietro il guidatore ha infilato la canna della pistola nell’abitacolo e a distanza ravvicinata ha esploso un primo colpo, che ha centrato la nuca della vittima, morta all’istante.

In auto con Remigio Sciarra, c’era la moglie, Maddalena Mormile, 50 anni, che nel momento dell’azione di fuoco, era al telefono cellulare e parlava con un altro figlio. Ed è stata proprio quella telefonata a salvarle la vita. Il killer, infatti, ha esploso il secondo colpo, mirando alla testa della donna. Il proiettile è stato deviato dalla mano della moglie della vittima e poi dallo stesso cellulare che è letteralmente esploso. Il delitto si è consumato in una manciata di secondi. Ed è stato talmente rapido e preciso, che il killer non è nemmeno sceso dalla moto, che è ripartiva a tutta velocità, in direzione di Cardito, nella cui periferia c’è lo svincolo dell’asse Mediano.

L’omicidio si è consumato sotto gli occhi del giovanissimo figlio della vittima, che ha visto morire all’istante il padre, mentre la madre in preda ad un violentissimo choc nervoso, intrisa di sangue per la ferita alla mano, si è catapultata fuori dalla Polo, correndo in direzione di una delle porte di ingresso di un bar–trattoria gridando aiuto. Maddalena Mormile si è poi accasciata a terra. Nonostante le disperate invocazioni di aiuto della donna, nessuno si è avvicinato. Eppure il delitto è avvenuto sotto gli occhi di centinaia di persone, tra passanti e automobilisti. Tutti si sono scansati.

Il figlio della vittima, nonostante il devastante trauma provocato dall’aver assistito all’omicidio del padre, è stato l’unico a correre dalla mamma. Il piccolo ha dapprima cercato in qualche modo di bloccare la copiosa emorragia e ha cercato di tranquillizzare la mamma, che secondo alcuni testimoni tremava con lo sguardo perso nel vuoto. Questo ragazzino, poco più che un bambino, che pure ha chiesto aiuto senza ottenerlo, ha allora telefonato a un suo familiare chiedendo aiuto: «Vieni subito, perché hanno ucciso papà e ferito mamma».

Sul luogo del delitto, però, sono arrivati prima dei familiari della donna sia i carabinieri della compagnia di Casoria, diretta dal capitano Francesco Filippo che gli agenti del locale commissariato, diretto dal vice questore Alfredo Carosella, coordinati sul posto dal pm della Dda Henry John Woodcock a cui è stato affidato il fascicolo Sciarra. Maddalena Mormile è stata soccorsa dai sanitari di un’ambulanza del 118 e portata al pronto soccorso dell’ospedale San Giovanni di Dio di Frattamaggiore dove è piantonata e non avvicinabile da nessuno. Le sue condizioni generali non sono gravi, mentre desta qualche preoccupazione la mano ferita che è stata trapassata da parte a parte da un proiettile calibro nove. Complesse le indagini.


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Ultimo aggiornamento: Domenica 4 Giugno 2017, 09:36
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