Sequestra, tortura e uccide la famiglia
dell'ex datore di lavoro: Tradito dalla pizza

Sequestra, tortura e uccide la famiglia dell'ex datore di lavoro: Tradito dalla pizza

di Federica Macagnone
Li ha tenuti in ostaggio per ore nella loro villa, seminando terrore con fredda ferocia, e ha chiesto un riscatto per la loro liberazione. Poi, quando ha avuto i 40mila dollari richiesti, ha deciso che la questione andava chiusa senza lasciarsi testimoni alle spalle: si è rivoltato come un serpente contro i suoi ostaggi, li ha uccisi uno a uno e li ha abbandonati alle fiamme dopo aver dato fuoco alla loro casa, in un quartiere "bene" di Washington, a pochi isolati di distanza dalla residenza del vicepresidente Usa Joe Biden. I corpi dell'imprenditore miliardario Savvas Savopoulos, presidente dell'impresa siderurgica American Iron Works, di sua moglie Amy, del figlio Philip di 10 anni e della cameriera Veralicia Figueroa sono stati trovati dai vigili del fuoco intervenuti per spegnere l'incendio.







Ora, dopo una gigantesca caccia all'uomo durata oltre una settimana (la tragedia è avvenuta il 14 maggio), è finita la fuga di Daron Dylon Wint, sospetto omicida ritenuto responsabile della strage. Per gli inquirenti il responsabile del massacro è lui: è entrato nella villa intorno alle 18 del 13 maggio tenendo in ostaggio la famiglia per ore, i cadaveri sono stati trovati nella notte. Wint, afroamericano di 34 anni, è stato tradito dal suo amore per la pizza. Durante il sequestro ne ha ordinate telefonicamente alcune, pregando il fattorino di lasciarle dietro la porta. Le tracce del suo Dna sono state trovate proprio sulle croste di quelle pizze: le autorità federali sono riuscite a fermarlo e arrestarlo mentre era in un furgoncino sulla Rhode Island Avenue, a Nord-Est della capitale.



Il comandante dell'U.S. Marshals Service, Robert Fernandez, ha detto che con Wint sono stati arrestati altri tre uomini e due donne, ma non è ancora chiaro se siano coinvolti nell'omicidio. «Non escludiamo che ci siano altre persone coinvolte, ma per ora non possiamo fare commenti» ha detto il capo della polizia di Washington, Cathy Lanier.



Wint aveva lavorato per la società di Savopoulos e il capo della polizia pensa che ci sia un collegamento con la strage. All'inizio si era pensato a un incidente, poi la vicenda si è trasformata in un giallo in stile "Arancia Meccanica". Le tracce trovate giorno per giorno hanno fatto pensare che, prima di essere incendiata, la villa sia stata teatro di una storia dell'orrore. Le vittime sono state legate con nastro adesivo e mostravano i segni di forti traumi e ferite, mentre il piccolo Philip sarebbe stato accoltellato e torturato.



Wint, nato in Guyana, si era trasferito negli Stati Uniti nel 2000, all'età di 20 anni, e si era stabilito in Maryland con la sua famiglia. Nel corso degli anni aveva avuto diversi problemi con la giustizia, con accuse di furto, aggressione e molestie sessuali: proprio la sua fedina penale e gli arresti precedenti hanno permesso alla polizia di rintracciarne il Dna. «Anche se il suo Dna è stato trovato sulla crosta della pizza, che è stata consegnata sulla porta della villa, non significa che lui si trovasse lì - ha ribattuto l'avvocato del sospetto, Robin Ficker - e ancora meno significa che abbia legato e ucciso qualcuno».
Ultimo aggiornamento: Domenica 24 Maggio 2015, 21:29