Usa, il capo dell'Fbi: Hillary Clinton non sarà incriminata, nessun illecito nelle mail. Hillary avanti nei sondaggi

Fbi: Clinton non sarà incriminata Hillary avanti nei sondaggi
Il numero uno dell'Fbi, James Comey, non chiederà che sia emesso alcun capo d'accusa nella vicenda delle email di Hillary Clinton. Lo riferiscono i media Usa citando una nuova lettera che Comey ha inviato al Congresso.

Per quanto riguarda le indagini sulle email di Clinton valgono le stesse conclusioni di luglio. «Non le abbiamo cambiate», ha affermato ancora il numero uno dell'Fbi. Nella nuova missiva al Congresso Comey spiega come la revisione di tutte le nuove email di Clinton - quelle trovate nel corso dell'inchiesta su Anthony Weiner, ex marito della fedelissima assistente di Hillary, Huma Abedin - sia stata portata a termine. E come l'indagine sia da considerare chiusa perché non è stato rinvenuto alcun illecito.

A luglio l'Fbi aveva concluso che, nonostante una gestione discutibile da parte di Hillary Clinton del suo account privato di posta elettronica, non c'erano gli estremi per perseguire l'ex segretario di stato.

A Cleveland in Ohio una vera e propia ovazione ha accolto Hillary Clinton, salita sul palco pochi minuti dopo l'arrivo della notizia sull'Fbi che ha chiuso ogni indagine sulle sue email. Al fianco dell'idolo locale, la star della Nba LeBron James, la candidata non ha commentato la notizia ma il suo viso esprimeva tutta la gioia e il sollievo dopo i giorni della bufera.

«È un sistema truccato. E Hillary Clinton è protetta»: questa invece la prima reazione di Donald Trump durante un comizio a Minneapolis.

Intanto a 48 ore dal voto per la Casa Bianca, tutti i sondaggi vedono la candidata democratica accelerare verso il traguardo e in vantaggio nello sprint finale. Con l'impetuosa rimonta di Donald Trump che sembra aver esaurito la sua spinta.

Anche se sono ancora una decina gli stati che i sondaggi danno in bilico, dove tra i due candidati ci sono meno di 5 punti di differenza, e in alcuni c'è ancora un testa a testa. È qui che in queste ore si svolge una vera e propria caccia all'ultimo voto, dalla Florida all'Ohio, dalla Pennsylvania alla North Carolina. Vincere uno di questi stati vuol dire acquisire una dote di grandi elettori che può rivelarsi determinante per raggiungere il 'magic number' dei 270 necessari per la conquista della presidenza.

I dati delle ultime rilevazioni sono comunque una boccata d'ossigeno per Clinton: avanti di 5 punti per Abc/Washington Post (48% a 43%), di 4 punti per Nbc/Wall Street Journal (44% a 40%) e di 3 punti per Politico/Morning (45% a 42%). Gli ultimi sondaggi sugli elettori latinos, poi, mostrano come di fatto oltre il 67% ha votato o voterà per Clinton, solo il 19% per Trump: sarebbe il minimo storico per un candidato repubblicano. George W. Bush nel 2004 prese il 44% dei voti dei latinos, John McCain nel 2008 il 31%, Mitt Romney nel 2012 il 27%. Ancora una volta, questa può essere davvero la chiave della eventuale vittoria della ex first lady.

Intanto sui media si comincia a immaginare chi siederà nello Studio Ovale con Clinton. E ci si interroga su chi del suo staff personale debba o non debba entrare nelle segrete stanze. John Podesta, attualmente responsabile di Hillary for America, sembra avviato verso un posto di governo. Per Jake Sullivan, direttore politico della campagna, si pensa a un ruolo di consigliere per la sicurezza nazionale o di chief of the staff. E poi Michele Flournoy, in pole il Pentagono, e William Burns per il Dipartimento di stato. Mentre dubbi ci sono sul ruolo della fedelissima Huma Abedin, che insieme all'ex marito è all'origine della bufera Fbi.


 
Ultimo aggiornamento: Lunedì 7 Novembre 2016, 20:19
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