Trump, lo stratega scontenta ebrei e musulmani: ecco perché

Trump, lo stratega scontenta ebrei e musulmani: ecco perché

di Valeria Arnaldi
Prima, le comunità ebraica e musulmana americane. «È una scelta che rende l’appello all’unità una presa in giro», afferma il Council on American-Islamic relations. Poi i Democratici. «Non bisogna edulcorare la realtà - afferma la speaker Nancy Pelosi - E la realtà è che un nazionalista bianco è stato nominato capo stratega dell’amministrazione Trump».

Donald Trump è riuscito in un’impresa che sembrava impossibile in questi giorni di alta tensione e proteste: individuare una persona ancora più discussa di lui, capace di spaccare ulteriormente l’America, e portarla nel suo staff alla Casa Bianca. Steve Bannon, 62 anni, fondatore del sito ultraconservatore Breitbart News e da agosto a capo della macchina elettorale di Trump, sarà chief strategy e consulente senior alla Casa Bianca.

Bannon è noto soprattutto per le sue idee nazionaliste, come sostenitore della superiorità della razza bianca. Inevitabili e accese le proteste. «Bannon deve andare via - sostiene anche l’Anti-Defamation League - se Trump vuole davvero essere il presidente di tutti». Il Franciscan Action Network, gruppo cattolico americano, già nel corso dell’estate, aveva definito le sue posizioni «anti cattoliche, anti-immigrati, e comunque razziste». Perfino l’ex-moglie di Bannon ritiene che non sia «molto controllato».

Nessun tentennamento da parte del tycoon. «Chi lo critica - ha detto la sua portavoce, Kellyanne Conway, parlando di Bannon - dovrebbe andare a guardare il suo curriculum. È uno stratega brillante, e con Reince Priebus sta facendo sacrifici enormi per servire il presidente».

Intanto a bussare alla porta del nuovo presidente è Ivana Trump, che desidererebbe fare l’ambasciatore americana a Praga. «Sono conosciuta come Ivana – dice – Non ho neanche bisogno del cognome Trump».
Ultimo aggiornamento: Martedì 15 Novembre 2016, 09:15
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