Trump, dall'incontro con l'ambasciatore russo alle accuse (infondate) a Obama. Le Hawaii contro il nuovo bando

Trump, dall'incontro con l'ambasciatore russo alle accuse (infondate) a Obama. Le Hawaii contro il nuovo bando
Nuove grane per Donald Trump, nel mirino della Commissione Intelligence della Camera per un incontro con l'ambasciatore russo Serghei Kisliak e per le accuse a Obama che si sarebbero rivelate infondante. Come se non bastasse, c'è già uno stato che ha oppugnato il nuovo bando anti-musulmani: le Hawaii.

L'INCONTRO CON KISLIAK Dal cilindro del Russia-gate spunta un breve incontro tra Trump e l'ambasciatore russo in Usa, il 27 aprile scorso in occasione di un discorso del candidato repubblicano sulla politica estera in un hotel di Washington, dove Kisliak era uno dei 4 diplomatici presenti al ricevimento vip. La notizia, rimbalzata su vari media Usa, è stata diffusa da Americablog.com, che ha ripescato le cronache del Wsj e Newsmax, un sito d'estrema destra gradito dal tycoon. Trump ha sempre negato incontri con dirigenti russi. Il 13 maggio scorso il Wsj scrisse che alcuni minuti prima di tenere il suo discorso al Mayflower Hotel della capitale, dove lodò Putin e auspicò un miglioramento delle relazioni bilaterali, Trump incontrò ad un ricevimento vip nello stesso albergo l'ambasciatore russo e lo salutò «calorosamente». Con lui c'erano altri tre ambasciatori (Italia, Filippine e Singapore), secondo i media. Il giorno dopo la notizia dell'incontro uscì anche su Newsmax, sito di estrema destra il cui ceo è Chris Ruddy, in ottimi rapporti con Trump. Kisliak assistette poi in prima fila all'intervento di Trump. Tra i presenti anche il suo consigliere Jeff Sessions, l'attorney general finito nella bufera per aver negato al Senato almeno due incontri con l'ambasciatore russo. Oltre a Sessions, risulta che abbiano incontrato Kisliak l'ex consigliere per la Sicurezza nazionale Michael Flynn (costretto alle dimissioni per aver nascosto al vicepresidente Mike Pence di aver parlato di sanzioni con lui), il genero consigliere Jared Kushner e altri due collaboratori del tycoon, Carter Page e Jd Gordon.

LA CASA BIANCA: "NON FU UN VERO INCONTRO UFFICIALE" La Casa Bianca ridimensiona la notizia del breve incontro tra Donald Trump e l'ambasciatore russo in Usa Serghiei Kisliak prima di un intervento come candidato presidenziale, sostenendo che «affermare che c'è stato un incontro è falso e ingannevole». Il Center for the National interest - ha spiegato una portavoce della Casa Bianca, Sarah Huckabee Sanders - ha ospitato il discorso di politica estera di Trump e il ricevimento pre-intervento. Diversi ambasciatori erano presenti. Trump è stato al ricevimento per cinque minuti e poi è andato immediatamente sul podio. Non abbiamo alcuna memoria delle persone a cui potrebbe aver stretto le mani al ricevimento e non eravamo responsabili degli inviti e della valutazione degli ospiti». Dmitri Simes, direttore del Center for the national interest, ha confermato di aver presentato Trump a Kisliak al ricevimento ma ha detto di non credere che ci sia stato tempo per un incontro esteso. «Da quello che ho visto, quando è finita la cerimonia di accoglienza, il Secret service ha portato Trump in un'area sicura dietro al palco dove doveva intervenire», ha raccontato. «Non ci sarebbe stata alcuna opportunità per lui di parlare separatamente con Kisliak e dopo la fine del discorso Trump è tornato all'area protetta e poi ha lasciato l'hotel senza alcun tempo o formato per un incontro privato con chicchessia», ha aggiunto. 

"ACCUSE A OBAMA INFONDATE" Il repubblicano Devin Nunes, presidente della commissione Intelligence della Camera, ha affermato di non aver visto alcuna prova a sostegno delle parole del presidente Donald Trump, che sabato via Twitter ha accusato il suo predecessore Barack Obama di averlo fatto intercettare durante la campagna presidenziale. «Se Trump o qualsiasi altro della campagna o associato a Trump era sotto qualche tipo di investigazione, questo avrebbe dovuto chiaramente emergere nella 'Gang degli ottò», ha detto, riferendosi agli otto leader del Congresso informati dall'esecutivo su questioni di intelligence classificate. Anche Adam Schiff, il più alto membro democratico della stessa commissione, ha riferito che il gruppo degli otto non sembra essere stato informato in modo appropriato e ha promesso che la questione sarà affrontata rapidamente.

HAWAII CONTRO IL NUOVO MUSLIM BAN La prima offensiva legale contro il nuovo bando di Trump che sospende i nuovi visti per sei paesi musulmani arriva dalle Hawaii, dove è nato Barack Obama: i procuratori dello Stato hanno spiegato in documenti presentati a una corte che intendono chiedere al giudice federale un ordine temporaneo per bloccare l'attuazione del nuovo ordine esecutivo. Anche il bando bis, ha detto alla Cnn Neal Katyal, uno dei procuratori, «sconta ancora gli stessi difetti costituzionali e regolamentari» di quello precedente. Il dipartimento di Giustizia si è affrettato a sottolineare che il nuovo ordine ricade al di fuori delle ingiunzioni che avevano bloccato il primo. Entrambe le parti hanno chiesto al giudice di fissare un calendario di udienze a breve, prima dell'entrata in vigore del provvedimento, fissata per il 16 marzo.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 8 Marzo 2017, 08:42
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