Trump: "Fuga di notizie colpa di Obama". Il riarmo fa infuriare la Russia

Trump: "Fuga di notizie colpa di Obama". Il riarmo fa infuriare la Russia

di Celeste Ludovisi
Donald Trump ne è certo: c’è Barack Obama dietro la fuga di notizie che ha caratterizzato il primo mese della sua amministrazione. Il tycoon ha lanciato la sua accusa ieri a Fox News.

Per Trump, Obama sarebbe responsabile pure dell’organizzazione delle proteste contro i repubblicani che, questo mese, hanno visto scendere in piazza migliaia di persone in più città americane. Proseguono, intanto, polemiche e proteste per la politica del tycoon. E ora ad accendere dibattiti e polemiche - anche sulla scena internazionale - arriva il “caso” Russia. La Casa Bianca punta ad aumentare le spese per la difesa di 54 miliardi di dollari attraverso un corrispettivo taglio sul fronte delle spese di altre agenzie e altri dipartimenti. A riportarlo la stessa Casa Bianca in conference call con i giornalisti. Tagli consistenti sono previsti sugli aiuti all’estero.

Immediata la risposta della Russia. «Per ora si tratta di retorica pura ma questa retorica viene accompagnata ai massimi vertici da dichiarazioni abbastanza allarmanti sia sul possibile abbandono del trattato Start-3 (sul disarmo nucleare), sia sul potenziamento del potenziale nucleare», ha commentato Leonid Slutsky, capo commissione Esteri della Duma. E ancora: «Se il budget (militare americano) verrà aumentato allora reagiremo, il ministero degli Esteri, e noi alla Duma». Dopo le primissime dichiarazioni sul futuro disgelo dei rapporti tra Washington e Mosca, Trump è passato a un politica decisamente dura, con previsioni - e minacce - di riarmo, anche nucleare. La tensione tra i Paesi sale.

Le relazioni sarebbero al punto più basso dall’epoca della Guerra Fredda, secondo quanto affermato dal viceministro degli Esteri russo Serghej Rjabkov. La prospettiva di un “blocco economico” contro la Russia, ovviamente, accende anime e preoccupazioni. E strategie di “risposta”. «Non possiamo non escludere – dice Rjabkhov – la possibilità che vada avanti vista la portata dei sentimenti anti-russo a Capitol Hill». Nel tentativo di non «sovra-drammatizzare la situazione», al ministero, si stanno «accuratamente documentando tutti i segnali che arrivano da Washington». La speranza di Mosca è in «un’azione ugualmente costruttiva e concreta».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 1 Marzo 2017, 08:44
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