Telefonino alla guida, pugno duro di Londra: “Ergastolo a chi uccide”

Telefono alla guida, pugno duro di Londra: “Ergastolo a chi uccide”

di Lorena Loiacono
Lo smartphone in una mano, il volante nell’altra. Una distrazione che può costare cara, anche la vita. E da oggi in Gran Bretagna si rischia l’ergastolo: un giro di vite che innalza le pene previste per chi, guidando mentre parla al telefonino, provoca incidenti mortali. Il carcere a vita per questo tipo di reato è tra le maggiori novità introdotte da una proposta di legge sostenuta dal ministro dei trasporti, Chris Grayling.

Il testo, che risponde alle richieste di cittadini e associazioni di vittime della strada di fronte alla strage senza fine che si vive lungo le strade, entro una settimana potrebbe essere presentato dal governo. Solo nel 2015, infatti, sono state 122 le persone condannate nel Regno Unito per aver provocato incidenti perché guidavano mentre erano al telefono. Altri 21 sono stati condannati per aver ucciso guidando sotto l’effetto d’alcol o droga. Secondo le prime indiscrezioni, riportate ieri dal Sunday Telegraph, nella proposta di legge è previsto l’innalzamento da 14 anni fino al carcere a vita della pena massima per chi viene riconosciuto colpevole di guida pericolosa e abbia procurato la morte di altre persone.

I dati relativi agli incidenti stradali, legati all’uso improprio dello smartphone alla guida, sono in aumento anche in Italia. Nel 2015 si sono registrate 3419 vittime sull’asfalto, contro le 3381 dell’anno precedente. Si tratta di un trend ancora più negativo se si considera che il numero delle vittime stradali era in calo dal 2001 quando si arrivò, in Italia, al tristissimo primato di 7096 morti sulla strada. Per 14 anni il numero calò progressivamente fino al 2014. Poi, lo scorso anno, l’inversione di tendenza. E sono state ben 48.524 le infrazioni commesse nel 2015 a causa del telefonino per il mancato utilizzo di apparecchi a viva voce o dotati di auricolare. Si tratta del 20,9% in più rispetto al 2014. Non resta che aspettare i dati del 2016 legati all’introduzione in Italia dell’articolo 589 bis per l’omicidio stradale. L’Associazione italiana familiari e vittime della strada onlus aveva chiesto che la “tecnodistrazione” al telefono venisse inserita nei reati con pena da 8 a 12 anni di carcere. Così non è stato.

CASSANITI: ''MISURE SPOT, MEGLIO LA PREVENZIONE'' Il commento alla legge in fase di approvazione in Gran Bretagna di Giuseppa Cassaniti, presidente dell'Associazione Familiari e Vittime della Strada.
È giusto l’ergastolo in questi casi? «Eviterei queste misure spot. In Italia è diverso: abbiamo le leggi e le pene per chi trasgredisce ma si fa in modo che non vengano mai applicate. Si trovano giustificazioni a tutto».
In Italia è punito l’omicidio stradale con il telefonino? «Abbiamo chiesto di inserirlo tra i reati puniti da 5 a 10 anni. Non è stato fatto: si rischia solo da 2 a 7 anni di carcere e i giudici danno sempre il minimo con lo sconto della pena. Quindi la pena è nulla».
Non c’è giustizia in Italia? «In questo senso no. Voglio noi non vogliamo né vittime né imputati».
In che senso? «Serve prevenzione, altro che ergastolo. Soprattutto tra i giovani: i ragazzi devono sapere a cosa vanno incontro. Così penserebbero prima di correre in auto».
Ultimo aggiornamento: Lunedì 5 Dicembre 2016, 09:20
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