Dynel Lane, mamma di due bambini, aveva mentito al nuovo compagno raccontandogli di essere incinta. Si era procurata delle ecografie on line e aveva mostrato al suo uomo il bimbo di cui sarebbe presto diventato il papà. Un inganno che, però, era destinato ad avere i mesi contati. E così, quando nel marzo 2015 il peso della bugia stava diventando insostenibile, architettò un piano nei minimi dettagli per non soccombere alla menzogna: postò un un annuncio su Craiglist in cui diceva di voler regalare dei vestiti per neonato nella speranza di adescare una donna incinta. A cadere nel tranello fu Michelle che, allettata dalla proposta, rispose all'annuncio e si presentò a un appuntamento a casa di Dynel: quando arrivò si rese ben presto conto che non c'era nessun vestitino. La futura mamma venne aggredita e tramortita: poi Dynel le tagliò il ventre con un coltello da cucina per appropriarsi del feto e corse in ospedale. Ai medici raccontò che quello era il suo bambino e che aveva subìto un aborto spontaneo. Ma la verità venne ben presto a galla: nonostante l'emorragia, Michelle riuscì a chiamare i soccorsi e ad avvertire la polizia che risalì a Dynel. La futura mamma è riuscita a salvarsi, ma non è stato così per il suo piccolo.
Un processo che è giunto al suo epilogo non senza polemiche: il tribunale di Boulder, in Colorado, infatti, non è riuscito a stabilire se il feto era vitale prima dell'attacco. Per questo motivo la donna non è stata accusata di omicidio. La vicenda ha provocato una controversia, con un tentativo dei repubblicani dello Stato di inasprire la legge, che è stato respinto dai democratici come attacco all'interruzione volontaria di gravidanza.
Ultimo aggiornamento: Sabato 30 Aprile 2016, 15:37
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Profilo Interessi e notifiche Newsletter Utilità Contattaci
Logout