Strage in un locale gay di Orlando. "Il killer fu indagato per terrorismo".
L'Isis rivendica il massacro: "Siamo stati noi" -Foto

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ORLANDO - Una telefonata al 911 - il numero delle emergenze negli Usa - in cui ha giurato fedeltà all'Isis e al suo leader al Baghdadi. Poi l'ingresso in un night club di Orlando frequentato dalla comunità gay per perpetrare la strage più grave della storia d'America provocata da armi da fuoco. L'intero Paese è sotto shock. Alla fine si contano almeno 50 morti e 53 persone ferite, di cui molte versano in gravi condizioni. «Un atto di terrore e di odio», ha tuonato Barack Obama parlando alla nazione in diretta tv dalla Casa Bianca, mentre la strage piombava nella campagna per le presidenziali. Lo Stato islamico attraverso l'Amaq, la sua agenzia di stampa, ha rivendicato l'attentato definendo l'autore «un combattente» del Califfato. Il killer, ucciso dalla polizia, si chiama Omar Mateen, 29 anni, cittadino americano di origini afghane.  
 
 


Un profilo simile al killer di San Bernardino, originario del Pakistan, e ai fratelli autori dell'attentato alla maratona di Boston, le cui radici erano in Cecenia. E che sembra Omar abbia citato nella sua telefonata. Si tratta di giovani in tutto e per tutto integrati nella società americana. Almeno così sembrava. Omar, nato a New York ed ex guardia giurata, viveva in una cittadina a quasi 200 chilometri dal luogo della mattanza, Fort Pierce. "Instabile e violento", ha detto di lui l'ex moglie.

E in queste ore di febbrili indagini da parte dell'Fbi il confine tra l'atto di un folle che odiava i gay e quello di un 'lupo solitario' radicalizzatosi all'Islam è ancora labile. Certo è che il killer era noto al Bureau: l'Fbi indagò due volte su di lui per terrorismo. «Il movente religioso non c'entra nulla, ha visto due gay che si baciavano a Miami un paio di mesi fa ed era molto arrabbiato», ha giurato invece il padre del killer. Che poi però si è scoperto essere un sostenitore dei talebani afghani: «I nostri fratelli del Waziristan, i nostri guerrieri nel movimento e i talebani dell'Afghanistan stanno risollevandosi», arringa Mir Seddique Mateen in un video su YouTube. Negli ultimi giorni Mateen aveva acquistato legalmente due armi da fuoco, una pistola e un fucile, riferisce la polizia di Orlando che cita l'Atf (Bureau of Alcohol, Tobacco, Firearms and Explosives).

Tutte le piste vengono seguite. Mentre si cerca di ricostruire quei terribili minuti che hanno sconvolto la vita delle centinaia di persone che sabato sera affollavano il Pulse, il locale gay più famoso della Florida dove era in corso una serata di musica latinoamericana. Omar è entrato e ha cominciato a sparare all'impazzata.

I testimoni raccontano di scene di terrore con la gente che urlava e il fuggi fuggi generale. Il killer impugnava un fucile d'assalto e una pistola, e portava con sé un ordigno. Un secondo congegno esplosivo sarebbe stato ritrovato nell'auto dell'uomo. La sparatoria, iniziata all'interno del locale, sarebbe poi continuata fuori, quando una guardia che lavorava nel club ha tentato di affrontare l'aggressore.
Quest'ultimo si è ritirato nel retro e ha ripreso a sparare prendendo degli ostaggi.


Potrebbe essere un bacio tra due gay la molla che ha fatto scattare la rabbia a Omar Seddique autore della strage nel gay club di Orlando. È quanto sostiene il padre del killer alla Nbc News. «Il movente religioso non c'entra nulla, ha visto due gay che si baciavano a Miami un paio di mesi fa ed era molto arrabbiato», ha detto Mir Seddique. «Siamo scioccati come il resto dell'America», ha detto.

Fonti della polizia hanno riferito alla Cnn che Mateen era noto all’Fbi ed era una delle cento persone sospettate di essere simpatizzanti dell’Isis. E man mano che passano le ore, si aggiungono alla notizia sempre maggiori dettagli, come quello che il senatore repubblicano Adam Schiff, membro della commissione di Intelligence alla Camera Usa avrebbe riferito alla Cnn, ovvero che il killer avrebbe giurato fedeltà all’Isis durante la presa di ostaggi nel gay club. L’uomo - secondo la Nbc News - avrebbe telefonato al 911 dicendo all’operatore di voler giurare fedeltà al leader dell’Isis, Abu Bakr al-Baghdadi.


L'Fbi indagò due volte su Omar Seddique Mateen, il killer della strage al gay club di Orlando, per possibili legami con il terrorismo, ma le indagini non proseguirono. Lo ha detto in conferenza stampa Ronald Hopper, un agente speciale dell'Fbi. Mateen fu interrogato due volte nel 2013 e nel 2014. 

Su Twitter e Facebook sono state postate molte foto di ambulanze e polizia da parte di chi era dentro al locale ed è riuscito a scappare. Un altro testimone, Ricardo Almodovar, ha raccontato che «stava ballando quando ha sentito gli spari» ed è riuscito a scappare attraverso l'uscita di sicurezza dietro al bancone del bar.
 


Il Pulse, subito dopo l'irruzione, ha scritto su Facebook un post in cui invita tutti a fuggire di corsa dal locale.



           
           
          
Ultimo aggiornamento: Lunedì 13 Giugno 2016, 08:59
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