Scozia, oggi l'atteso voto per l'indipendenza:
si temono disordini a Edimburgo

Scozia, oggi l'atteso voto per l'indipendenza: ​si temono disordini a Edimburgo

di Federica Gramegna
BRUXELLES - Ci siamo. Il tanto atteso D-Day arrivato. Tra poche ore sapremo se la Scozia rimarr nel Regno Unito o se andr dritta per la sua strada, dando il via a una serie di problematiche geopolitiche su cui si continua a interrogare mezza Europa.



Stando agli ultimi sondaggi riportati dal Daily Telegraph, il fronte del “no” sarebbe in vantaggio, ma di poco. Il 52% degli scozzesi sarebbe contrario all'indipendenza, mentre un 48% continuerebbe a tifare per il “sì”. Nel frattempo si temono disordini poiché, durante la notte del voto, i pub rimarranno aperti.



Chi non sembra spaventato, almeno a parole, è il premier inglese David Cameron che ha di nuovo ribadito di non voler dimettersi in caso di esito positivo. «Il mio nome non è sulla scheda elettorale, del mio futuro - ha sottolineato - si deciderà nelle prossime elezioni politiche britanniche». Ma c'è chi gli rema contro anche al di là del suo Paese. In primis, il Carroccio che considera gli scozzesi come fratelli. Bossi ha dichiarato che se il referendum dovesse passare «l'Europa saprebbe che è arrivato il momento di ribellarsi». Il pensiero va al Nord Italia, ma anche alla Catalogna. Ma la Scozia rischia molto, sul lato economico.



A lanciare l'allarme su uno dei settori principali dell'economia scozzese, l'industria del whisky, del valore di 4,3 miliardi di sterline l'anno, è la banca olandese Rabobank. Con l'indipendenza, la Scozia rischia di non avere più accesso alla zona Ue per il libero scambio e lo Scotch potrebbe subire una perdita di competitività. Vista così, gli scozzesi avrebbero ben poco a cui brindare.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 18 Settembre 2014, 18:44
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