Scambiate in culla ritrovano i genitori biologici:
la mamma si rifiuta di incontrare la vera figlia

Scambiate in culla ritrovano i genitori: mamma rifiuta la figlia

di Federica Macagnone
Due famiglie, uno scambio in culla e due bambine che crescono lontane dai loro genitori biologici. Poi la verità che investe le loro vite, un mix di emozioni incontenibili e infine la scelta sofferta, ma allo stesso tempo irrevocabile: non cambiare lo stato delle cose per non alterare alcun equilibro e rifiutare ogni incontro con l'altra famiglia. Mamme e figlie continueranno a vivere lontane, come se non si fossero mai conosciute.
 


Sophie Serrano, 40 anni, di Grasse, in Francia ha deciso di raccontare la sua storia al programma televisivo “Separate alla nascita” dell'emittente TLC per spiegare la decisione di non rivedere la figlia biologica. Una scelta difficile, ma secondo Sophie, l'unica da prendere per continuare a vivere una vita serena.
La donna aveva 19 anni quando diede alla luce la sua bambina. «Ricordo che quando me l'hanno riportata, la mia piccola mi sembrava diversa – ha raccontato – Ma ero stanca, c'era un gran trambusto e alla fine ho portato la mia Manon a casa». Ma con il passare del tempo, con la crescita della bimba, diventò evidente che la sua pelle era scura come i suoi capelli, tanto da scatenare le voci che Sophie avesse avuto un'amante. Chiacchiere che, con gli anni, hanno distrutto il suo matrimonio. È stato al momento della causa legale per il mantenimento della figlia che la verità è venuta a galla: gli avvocati hanno richiesto un test del Dna e i risultati hanno rivelato che la piccola, che ormai aveva dieci anni, non era figlia della coppia. In poco tempo si scoprì che nella stessa regione della Francia, un'altra famiglia stava vivendo lo stesso dramma.

«Il mondo mi è crollato addosso – ha raccontato Sophie – La mia vita stava cambiando per sempre. Ho perso la mia identità, la mia famiglia. Avevo paura che mi togliessero Manon ed ero devastata all'idea dei danni che avrebbe potuto subire dopo questa notizia. Due bambine erano state scambiate nella culla da un'infermiera e quella tragedia era toccata a noi e a un'altra coppia». Poco dopo le due famiglie hanno deciso di incontrarsi. «Mia figlia biologica corse verso di me e mi saltò in braccio – ha continuato Sophie - Ero sopraffatta dall'emozione: l'ultima volta che l'avevo tenuta tra le braccia era dieci anni prima. Ho visto i suoi occhi, i capelli, il suo viso, il suo sorriso, somigliava al mio ex marito. È stato davvero commovente. Non volevo lasciarla andare». Anche Manon ricorda quell'incontro come un momento emozionante e allo stesso tempo angosciante: «Avevo il naso di mio padre e il colore degli occhi di entrambi i miei genitori. Piccoli dettagli che mi hanno resa felice: finalmente sapevo a chi somigliavo. Tuttavia li sentivo estranei»

Inizialmente le famiglie hanno continuato a incontrarsi fino a quando i rapporti si sono diradati e tutti insieme sono giunti a una soluzione finale: «L'unico modo per andare avanti con le nostre vite era quello di non vedersi più – ha detto Sophie – E' stato un periodo difficile, l'unico modo per ristabilire una normalità era distaccarsi». Da allora i rapporti si sono interrotti e né Sophie ha più incontrato la figlia biologica, né Manon ha ricontattato i genitori.

L'anno scorso entrambe le famiglie sono state risarcite e un giudice ha assegnato alle coppie la cifra di quasi 2 milioni di euro. «Questa è stata una negligenza imperdonabile - ha concluso Sophie - Per tutti questi anni la clinica non ha mai chiesto scusa per l'accaduto».
Nonostante gli strascichi che hanno segnato la sua anima per sempre, Sophie ha detto che il suo amore per Manon è rimasto intatto: «Abbiamo stretto un legame di amore e di fiducia incondizionata. Il nostro rapporto ne è uscito rafforzato». 
Ultimo aggiornamento: Venerdì 22 Aprile 2016, 16:47