Rita, la dottoressa molisana laureata a Chieti
che in Kenya aveva "adottato" due bambine

Rita, la dottoressa molisana laureata a Chieti che in Kenya aveva "adottato" due bambine
Una donna dedita alla sua carriera, una carriera fatta di successi e di traguardi importanti quella di Rita Fossaceca, la dottoressa di Trivento (Campobasso) uccisa sabato sera in Kenya.

Dopo essersi diplomata nel 1982 all'istituto magistrale del suo paese si trasferì a Chieti per frequentare l'Università 'Gabriele D'Annunzio'. Qui si laureò in Medicina e Chirurgia alcuni anni più tardi e cominciò a lavorare dopo aver conseguito, nel 1992, l'abilitazione alla professione di medico. Nel 2001 consegue il titolo di specialista in Radiologia e lascia l'Abruzzo per trasferirsi a Novara dove lavora all'ospedale Maggiore della Carità. È proprio nei primi anni trascorsi in Piemonte che comincia ad interessarsi all'Africa e al Kenya in particolare. È stata anche autrice di numerose pubblicazioni scientifiche.


Il cuore da "mamma". Si chiamano Doeis e Sofia e sono le due bambine dell'orfanotrofio di Mijomboni in Kenia di cui si prendeva particolare cura Rita Fossaceca, la dottoressa uccisa sabato sera. «Le ho adottate», scherzava Rita con gli amici e i collaboratori di For Life, la onlus di cui il medico era vice-presidente e per la quale aveva organizzato la struttura di Mijomboni. Non era un'adozione ufficiale, ma le due bimbe erano quelle cui era più affezionata.

«L'orfanotrofio - spiega il dottor Mauro Perchinunno, che aveva compiuto diversi viaggi con Rita Fossaceca - almeno fino a un paio d'anni fa era in zona di particolare sicurezza. I volontari abitano in una zona turistica a una decina di minuti di pullmino da Mijomboni, c'è sempre una guardia all'ingresso e io non ho mai avuto preoccupazioni di sorta. Tuttavia negli ultimi due anni mi sono reso conto che il Kenya potesse essere un posto pericoloso e allora ho preferito rinunciare ai viaggi. Ma Rita non temeva nulla, quell'orfanotrofio era la cosa più importante della sua vita ed e' morta in quel posto».
Ultimo aggiornamento: Lunedì 30 Novembre 2015, 18:33
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