Caso Regeni, telefonate, video e immagini:
ecco tutto quello che vuole l'Italia

Video
Immagini video, tabulati, analisi delle celle telefoniche: è ormai più di un mese che l'Italia continua a chiedere al Cairo le stesse cose - «una documentazione che sappiamo esistere» ha detto oggi il ministro Gentiloni - per cercare di arrivare alla verità sulla morte di Giulio Regeni, ottenendo finora solo depistaggi e rinvii. Ad oggi infatti gli egiziani hanno inviato, lo scorso 2 marzo, un dossier di 91 pagine - in arabo - nel quale vi era una sintesi delle indagini svolte fino ad allora ma nessun atto ufficiale: una documentazione, dunque, insufficiente e incompleta. Il Cairo, con una telefonata del procuratore generale Nabil Sadeq al procuratore di Roma Giuseppe Pignatone il 28 marzo scorso, si è impegnata - in occasione dell'incontro a Roma - a consegnare tutta la documentazione richiesta dagli italiani, oltre e quella ulteriormente raccolta dopo il ritrovamento dei documenti di Giulio. Ecco nel dettaglio le richieste italiane.
 


CELLE TELEFONICHE: investigatori e inquirenti vogliono l'analisi del traffico registrato il 25 gennaio dalle celle telefoniche attorno all'abitazione di Regeni, a Dokki, e il 3 febbraio dalle celle nella zona del ritrovamento, lungo la superstrada Cairo-Alessandria: servirà ad avere il quadro completo di tutti i cellulari che hanno impegnato le zone in momenti cruciali per l'inchiesta.

TABULATI TELEFONICI: In procura chiedono anche di poter acquisire i tabulati telefoni e il traffico di celle di una decina di persone vicine a Giulio (coinquilini, vicini di casa, esponenti di sindacati indipendenti e ambulanti, amici del ricercatore), nei due mesi precedenti la scomparsa, in modo da ricostruire i suoi spostamenti nel dettaglio.

IMMAGINI VIDEOCAMERE: Fondamentale per l'inchiesta è anche l'analisi delle immagini registrate dalle videocamere di sorveglianza e dei negozi nella zona di Dokki, nelle 2 stazioni della metropolitana che Giulio avrebbe dovuto utilizzare la sera della scomparsa (El Bohooth, a 250 metri, da casa e Mohamed Naguib, nei pressi di piazza Tahir) e nella zona del ritrovamento del corpo. Gli egiziani, informalmente, hanno detto che quelle immagini o sono state cancellate o non sono utili, perché non si vede nulla. Ma i nostri investigatori vogliono comunque visionarle.

VERBALI TESTIMONIANZE: Nel dossier incompleto consegnato a marzo, il Cairo ha inserito una serie di testimonianze che non forniscono alcun elemento utile alle indagini, senza neanche un elenco di tutti quelli che sono stati ascoltati. Ed invece l'Italia chiede i verbali di diversi soggetti ritenuti d'interesse investigativo, tra i quali gli amici di Giulio, i sindacalisti e gli ambulanti, i vicini di casa, l'autista del taxi che ha ritrovato il corpo. Secondo i media egiziani, nel dossier preparato per l'incontro a Roma, ci sono oltre 200 testimonianze. A piazzale Clodio aspettano di leggerle.

AUTOPSIA COMPLETA: Agli inquirenti mancano anche i risultati dell'esame autoptico completo, perché quello consegnato era soltanto una sintesi e non c'erano fotografie del cadavere. Chiesto anche il verbale di ritrovamento del corpo di Regeni, per verificare la compatibilità della descrizione della salma con quanto rilevato al momento dell'autopsia italiana.

DOCUMENTI: Alle cinque richieste inviate a metà febbraio, se n'è aggiunta un'altra, dopo la grottesca vicenda del ritrovamento, il 24 marzo scorso, dei documenti di Giulio nell'abitazione della sorella del capo di una banda specializzata - secondo il Cairo - in sequestri e rapine di stranieri. Gli italiani chiedono chiarimenti e, soprattutto, elementi concreti. Chi ha portato lì quei documenti? Chi li ha tenuti fino al 24 marzo?
Ultimo aggiornamento: Martedì 5 Aprile 2016, 19:54
© RIPRODUZIONE RISERVATA