Pedofilo va da una 14enne: finisce nella
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Pedofilo va da una 14enne: finisce nella trappola dei 'vigilantes' volontari online

di Alessandro Di Liegro
L'uomo ripreso nel video è un 45enne di Pewsey, nel Wiltshire in Inghilterra, appena arrivato a Newcastle per incontrare una ragazzina di 14 anni adescata nelle webchat.









Ma ad aspettarlo a 300 km da casa sua non c'era, come lui pensava, la giovinetta, ma un gruppo di “vigilanti” dell'internet del gruppo Dark Justice che, fingendosi una teenager, avevano circuito il quarantacinquenne ingannandolo e portandolo a smascherarsi.



L'uomo è stato quindi fermato e videoripreso dal gruppo Dark Justice, prima che video, conversazioni e le immagini scambiate finissero nelle mani della polizia. Lee è stato condannato a due anni e quattro mesi di galera con una pena addizionale di tre anni ai domiciliari, come deciso dal Tribunale di Newcastle.

Tutto è accaduto sul noto social network di Badoo: Lee, che utilizzava il nomignolo “ForHire”, ha iniziato immediatamente a chattare apertamente con quella che pensava fosse una quattordicenne inviandole delle immagini di sé stesso.



Il procuratore Tim Gittins ha riportato al Daily Mail alcuni dettagli della vicenda: «Ha dichiarato come gli piacessero le ragazze giovani e che aveva precedentemente avuto una relazione con una dodicenne. I messaggi sono continuati per diversi giorni, iniziando a trascendere nel sessualmente esplicito». In breve tempo Lee e la sua interlocutrice si sono dati appuntamento per il 9 Ottobre alle 9 del mattino, solo che al posto della ragazzina, all'appuntamento c'erano due adulti con telecamera e macchina fotografica in mano.



«Nessuna minorenne è stata coinvolta in questa vicenda», ha provato a controbattere l'avvocato difensore senza, però, riuscire a convincere la giuria che ha condannato l'imputato. Dopo essere stato accusato di pedofilia, Lee minacciò il suicidio, costringendo la polizia a effettuare un intervento d'urgenza per trovarlo e arrestarlo. Una volta in questura l'uomo ha ammesso di aver provato a incontrare una minorenne per scopi sessuali.

Il gruppo che ha incastrato l'uomo vuole rimanere anonimo, amano definirsi «cittadini preoccupati della società». «Ogni giorno guardiamo la nostra lista e quello che vediamo sono pedofili, pedofili, pedofili. Vogliamo che queste cose non accadano più, vogliamo che cambi qualcosa a livello legislativo, per esempio che gli utenti di internet si identifichino attraverso la carta di credito. Qualcosa deve cambiare. Questa sentenza dimostra che quello che facciamo ha un senso. È uno stimolo a continuare».





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Ultimo aggiornamento: Martedì 3 Febbraio 2015, 09:46