Il Papa: "Aberrante uccidere in nome di Dio
ma non si possono insultare le religioni"

Il Papa: "Aberrante uccidere in nome di Dio ma non si possono insultare le religioni"

di Giammarco Oberto
MILANO - «Non si può uccidere in nome di Dio. È un’aberrazione».





Papa Francesco in volo dallo Sri Lanka a Manila, nelle Filippine, raggiunge la coda dell’aereo dove siedono i giornalisti, e parla della strage nella redazione di Charlie Hebdo. Un cronista francese gli chiede: «Fino a che punto si può andare con la libertà di espressione?». Bergoglio non ha esitazioni: «Grazie della domanda, intelligente. La libertà di espressione è un diritto, ma anche un dovere. Non si può provocare. Non si può insultare la fede degli altri». Ma «non si reagisce con la violenza».







È sottile il discorso di Bergoglio: le vignette che hanno condannato a morte la redazione di Charlie Hebdo non andavano fatte. I giornalisti in volo verso Manila dove il Papa è atteso in satrada da due milioni di persone gli chiedono delle minacce alla sua persona. Secondo i servizi americani e israeliani il Vaticano sarebbe nel mirino dei terroristi islamici, sui siti fondamentalisti è comparsa la bandiera dell’Islam che sventola su San Pietro, si teme anche per la sua sicurezza nei viaggi all’estero.



Francesco sorride: «Il miglior modo di rispondere è sempre la mitezza.
Essere mite, umile, come il pane, senza fare aggressioni. Io sono qui, ma c’è gente che non capisce questo. A me preoccupano i fedeli. Ho parlato con la sicurezza vaticana, sono aggiornato sul problema. Le misure di sicurezza sono discrete ma sicure». «Mi chiedete se ho paura? Io ho un difetto, una bella dose di incoscienza. A volte mi sono posto una domanda, ma se a me accadesse qualcosa? Ho detto al Signore: chiedo una grazia, che non mi faccia male, perché non sono coraggioso davanti al dolore. Sono molto timoroso».

Ultimo aggiornamento: Venerdì 16 Gennaio 2015, 08:48