Il Papa a Betlemme spiazza la security, cambia tragitto e prega davanti al Muro. «Soluzione per due popoli e due Stati»

Il Papa: «Offro il Vaticano ad Abbas e Peres per incontro di pace». I due accettano
dal nostro inviato Franca Giansoldati - BETLEMME - Papa Francesco benedice lo Stato Palestinese e si guadagna l'amicizia incondizionata dei palestinesi. E' bastato un suo gesto, simbolico, potente, di forte denuncia.



La visita a sorpresa al muro israeliano di cemento armato che ogni giorno impedisce a tanti palestinesi di varcare liberamente il confine per recarsi a Gerusalemme. Il check point tra Israele e Palestina, pieno di militari e telecamere, e il muro non devono essere piaciuti molto a Bergoglio che, durante il tragitto verso Betlemme, ad un tratto, improvvisamente, mandando in tilt la sicurezza, ha fatto cenno al suo autista di fermarsi per poter vedere da vicino il muro. Qualche minuto sotto quella barriera invalicabile, una preghiera silenziosa, e poi di nuovo è risalito a bordo della jeep per arrivare alla piazza della Mangiatoia per la messa.



Poco prima era stato al palazzo del presidente palestinese Abbas, definito “un uomo di vera pace che cerca la pace”. Ha ripetuto la necessità di trovare una soluzione per due popoli e due Stati, manifestando vicinanza a chi soffre maggiormente le conseguenze del conflitto. “Una situazione inaccettabile”. “E' giunto il momento di avere il coraggio della generosità e della creatività a servizio del bene di tutti”. Il presidente Abbas ha sostenuto l'ipotesi diplomatica che da tempo porta avanti la Santa Sede: Gerusalemme diventi la capitale delle tre religioni monoteiste.



Il Papa: offro il Vaticano per una preghiera comune. Il Papa ha invitato oggi Abu Mazen e Shimon Peres a pregare insieme per la pace. «Offro la mia casa del Vaticano per questo incontro di preghiera - ha detto al Regina Coeli alla fine della Messa a Betlemme - In questo luogo, dove è nato il Principe della pace, desidero rivolgere un invito a Lei, Signor Presidente Mahmoud Abbas, e al Signor Presidente Shimon Peres, ad elevare insieme con me un'intensa preghiera invocando da Dio il dono della pace. Offro la mia casa in Vaticano per ospitare questo incontro di preghiera. Tutti desideriamo la pace; tante persone la costruiscono ogni giorno con piccoli gesti; molti soffrono e sopportano pazientemente la fatica di tanti tentativi per costruirla. E tutti, specialmente coloro che sono posti al servizio dei propri popoli, abbiamo il dovere di farci strumenti e costruttori di pace, prima di tutto nella preghiera».



Papa Francesco ha infine sottolineato: «Costruire la pace è difficile, ma vivere senza pace è un tormento. Tutti gli uomini e le donne di questa Terra e del mondo intero ci chiedono di portare davanti a Dio la loro ardente aspirazione alla pace».



Peres e l'Olp accettano l'invito del Papa. Il presidente israeliano Shimon Peres ha accettato l'invito del Papa in Vaticano per incontrare il presidente palestinese Abu Mazen. Lo ha detto il portavoce di Peres: «Il presidente accetta l'iniziativa del Papa e ha detto di apprezzare ogni sforzo per raggiungere la pace tra Israele e i suoi vicini». L'invito è stato accettato anche dall'Olp.



Padre Lombardi: forse l'incontro il mese prossimo.
«Il presidente palestinese Abu Mazen e quello israeliano Shimon Peres saranno in Vaticano in tempi molto rapidi» ha detto padre Federico Lombardi, spiegando che per raccogliere l'invito del Papa l'incontro si deve svolgere prima della fine del mandato di Peres, che decorre a luglio. Quindi l'incontro potrebbe avvenire il mese prossimo.



I bambini dei campi profughi di Betlemme hanno accolto Papa Francesco alzando cartelli per una protesta silenziosa per la situazione politica del luogo. «Musulmani e cristiani vivono sotto l'occupazione» si leggeva in un cartello in italiano. Scritte sui cartelli in mano ai bambini anche in inglese e in arabo. Nell'intervento davanti al Papa un bambino palestinese del campo profughi di Betlemme ha chiesto al Papa di pregare per «questa terra oppressa» ricordando che loro sono orfani o figli di genitori in carcere o feriti negli scontri. «Nella Bibbia c'è scritto pace, pace, ma qui non c'è nessuna pace» ha detto il ragazzino parlando anche in italiano.



Il Papa ai bimbi: vi capisco, ma guardate avanti. Il Papa ha parlato ai bambini palestinesi, cristiani e musulmani, dei campi profughi di Betlemme dicendo di «comprenderli» ma di «guardare avanti».

«Non lasciate che il passato vi faccia interrompere la vita e sappiate che la violenza non si sconfigge con la violenza.
Ho letto quello che avete scritto nei vostri cartelli, ho capito quelli in inglese e il padre mi ha tradotto quelli in arabo. Comprendo bene quello che mi state dicendo, capisco il messaggio che mi state trasmettendo ma non lasciate che il passato vi faccia interrompere la vita. Guardate sempre avanti, lavorate e lottate per riuscire a fare le cose che volete fare. E sappiate una cosa: che la violenza non si sconfigge con la violenza. La violenza si sconfigge con la pace. La pace si costruisce con il lavoro, con la dignità e la volontà di fare progredire la patria. Chiedo a Dio che vi benedica e vi chiedo di pregare per me».

Ultimo aggiornamento: Lunedì 26 Maggio 2014, 07:45
© RIPRODUZIONE RISERVATA