"Ero quasi alla metro, poi la paura
e l'esplosione: mi è andata bene"
di Claudio Strati
Paolo Patruno, di Cassola, vive da anni a Bruxelles dove è il vicedirettore dell'Associazione europea delle industrie delle carni e dei salumi, oltre ad essere consulente di Confindustria dopo aver lavorato a lungo con Federalimentare. Una carriera, la sua, iniziata all'Europarlamento dove da neolaureato iniziò a lavorare con il Comitato sociale ed economico dell'istituzione.
E' stato un inizio di mattinata con paura...
«Sì, si parla di almeno quattro morti per l'esplosione qui vicino a casa nella metro. Mi è andata bene. Ieri sono arrivato alle 8.10 col volo da Venezia e sono transitato per quella stessa stazione della metro alla stessa ora della bomba di oggi. Non è piacevole pensarci».
Subito gli sono arrivati diversi messaggi, su facebook almeno una quarantina, da parte di amici preoccupati, pieni di raccomandazioni: «Sono sano e salvo, sto bene, grazie a tutti. L'ultima esplosione, alla metro, è a pochi metri da casa. Speriamo ora si fermino» ha risposto sul social.
Il telefono non gli funziona, va solo la rete. «Qui ci sono almeno due problemi - ci racconta Paolo Patruno -. Da una parte una non buona organizzazione amministrativa dei belgi: Bruxelles è un insieme di 19 comuni, ciascuno con una propria polizia. 19 polizie che non si parlano tra loro. Dall'altra il fatto che l'integrazione è spesso fallita, vi sono interi quartieri diventati enclave arabe. A Molenbeek ad esempio ci sono negozi con cartelli e scritte solo in arabo, nemmeno più in francese o fiammingo. Il turista o il cittadino che fa due passi lo nota subito».
Per quanto riguarda gli attentati, Patruno sottolinea: «Da quello che sappiamo, all'aeroporto la prima esplosione ha riguardato il blocco partenza di American Airlines. Non è un caso...»
Ultimo aggiornamento: Martedì 22 Marzo 2016, 13:56
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