Nepal, i morti sono 6.600: "Nessuna possibilità
di trovare superstiti". Due italiani dispersi

Nepal, i morti sono 6.600: "Nessuna possibilità ​ di trovare superstiti". Due italiani dispersi
Non c'è più alcuna possibilità di trovare superstiti dopo il devastante terremoto che ha colpito il Nepal sabato scorso: lo ha reso noto il ministero dell'Interno del Paese, secondo la Bbc.



«Stiamo facendo del nostro meglio nelle operazioni di salvataggio e aiuto, ma adesso non penso che ci sia alcuna possibilità di trovare sopravvissuti». Il bilancio provvisorio del terremoto in Nepal di una settimana fa è di 6.621 morti. Lo ha reso il ministero dell'Interno a Kathmandu.



Le squadre di soccorso hanno estratto ieri altri 50 cadaveri dalla rovine della torre Dharaharam patrimonio dell'Unesco. Sempre ieri il comandante in capo dell'esercito nepalese, generale Gaurav Sumsher Rana, ha ribadito che il numero finale delle vittime potrebbe essere superiore a 10.000.



Il terremoto in Nepal mette a rischio malattie almeno 15.000 bambini con malnutrizione acuta grave. L'allarme è lanciato dall'Unicef che spiega come «il benessere e le condizioni di salute dei bambini sono a rischio - molti sono rimasti senza casa, sono sotto shock e non hanno accesso a cure mediche di base. La stagione delle piogge comincerà tra poche settimane, i bambini saranno esposti a grandi rischi di contrarre malattie come il colera o infezioni legate a malattie diarroiche e saranno più vulnerabili a minacce di frane o alluvioni».



«Il terremoto ha causato una distruzione inimmaginabile - afferma in una nota Rownak Khan, vice Rappresentante Unicef in Nepal -. Gli ospedali sono sovraffollati, l'acqua è scarsa, i corpi sono ancora sepolti dalle macerie e le persone dormono all'aria aperta. Queste sono le condizioni perfette per la proliferazione di malattie».



Non appena la terra ha iniziato a tremare in Nepal, una settimana fa, l'Unicef ha utilizzato i suoi aiuti pre-posizionati, dando subito il via alle operazioni di risposta all'emergenza, e ha garantito aiuti, come: tende allestite come centri sanitari d'emergenza presso gli ospedali, trasposto di acqua presso gli insediamenti informali, tavolette per la purificazione dell'acqua e kit igienici.



Sono intanto ancora in corso le verifiche da parte dell'Unità di crisi della Farnesina per rintracciare gli ultimi due italiani che ancora mancano all'appello dopo il terremoto. Altri connazionali sono a Kathmandu, assistiti dalle autorità italiane, in attesa di rientrare in Italia.



Parigi ha reso noto che sono ancora 135 i cittadini francesi di cui non si hanno notizie in Nepal dal giorno del terremoto. Lo riferisce un tweet del ministero degli Esteri francese, aggiungendo che «tre sono morti, un quarto è presunto disperso».


Ultimo aggiornamento: Sabato 2 Maggio 2015, 20:48