Gli ultimi calcoli indicano intanto che l'orbita si è abbassata: «al momento il punto più lontano dalla Terra è a 202 chilometri e il più vicino a 165», ha detto Alessandro Rossi, dell'Istituto di Fisica applicata del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Ifac-Cnr) di Firenze e membro del Coordinamento internazionale per il monitoraggio dei detriti spaziali (Iadc).
Per Anselmo bisognerà comunque considerare anche altri fattori. Innanzitutto il movimento del cargo potrebbe essere disturbato dalla presenza, nello spazio circostante, del propellente fuoriuscito dopo l'incidente che il 28 aprile ha fatto perdere il controllo del Progress. «Al momento - ha detto - non risultano pronunciamenti della commissione d'inchiesta sulle cause dell'incidente, ma possiamo dire che il sistema propulsivo del veicolo è stato danneggiato per un'esplosione avvenuta nell'ultimo stadio del lanciatore», come indicano anche i 44 frammenti individuati dai radar subito dopo l'incidente.
La seconda incognita è l'attività del Sole, che negli ultimi giorni si è 'risvegliatò con un brillamento intenso che nella notte scorsa ha disturbato le comunicazioni radio a bassa frequenza e aumentato la densità atmosferica: «un aspetto, quest'ultimo, che potrebbe accelerare leggermente la caduta del veicolo». È attesa, infine, una tempesta geomagnetica provocata dal brillamento avvenuto il 2 maggio.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 7 Maggio 2015, 09:17
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