"Napoleone all'Elba? Una belva in gabbia".
Rivelazioni storiche da alcuni scritti inediti

"Napoleone all'Elba? Una belva in gabbia". Rivelazioni storiche da alcuni scritti inediti
Scoperti nuovi dettagli sulla permanenza di Napoleone Bonaparte all'isola d'Elba. Le rivelazioni arrivano direttamente dagli scritti di William Crackanthorpe, cugino del poeta William Wordsworth, che arrivato all'Elba da turista nel 1814 chiese e ottenne di conoscere il grande condottiero costretto all'esilio sull'isola sotto la sorveglianza dei britannici dopo la sconfitta in battaglia.



«È una belva in gabbia». Così Crackanthorpe descriveva Napoleone nella lettera che per la prima volta va in mostra alla biblioteca dell'Università di Cambridge, che con altri documenti storici e cimeli ricorda i 200 anni della battaglia di Waterloo.

Crackanthorpe manifesta quel misto di ammirazione e timore tipico dei britannici nei confronti del loro arci-nemico che finì i suoi giorni in prigionia sull'isola di Sant'Elena, nel 1821. Ma all'Elba l'imperatore appariva ancora in tutta la sua forza, come scrive il curioso turista alla sorella Sarah.



La conversazione con Napoleone avvenne di sera e durò per circa un'ora, in cui si parlò di tutto «con allegria e modi da gentleman che mi colpirono», si legge nel documento. In realtà tutta quella cordialità aveva uno scopo ben preciso. Napoleone infatti chiese informazioni sull'esercito britannico, in particolare sulle sue riserve. Di sicuro già nella sua mente architettava la fuga dall'isola che però lo portò alla definitiva sconfitta nella battaglia di Waterloo, nel giugno 1815.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 30 Aprile 2015, 18:20
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