Morto Kashoggi, l'ultimo Pascià, miliardario simbolo degli Anni '80.
Un maxi-rubino a Lory Del Santo per una notte d'amore

Morto Kashoggi, l'ultimo Pascià, miliardario simbolo degli Anni '80. Un maxi-rubino a Lory Del Santo per una notte d'amore

di Mario Fabbroni
Era l’uomo più ricco del mondo, di quella ricchezza quasi mitologica che avvolge da sempre il mondo arabo ma che oggi non reggerebbe il confronto con il patrimonio dei colossi tecnologici che dominano l’economia planetaria. 
Una vita spericolata quella di Adnan Kashoggi, da fiction. Mille e una notte tra belle donne, scandali, mogli, figli, favole, lusso sfrenato, voci di affari poco puliti e processi. Ieri a Londra, nel St. Thomas’ Hospital, si è spento il miliardario simbolo degli anni a cavallo tra i ‘70 e gli ‘80. Kashoggi avrebbe compiuto 83 anni il prossimo 25 luglio.



Era il più ricercato dai paparazzi, dove attraccava il suo Nabila (una specie di città galleggiante che porta il nome della sua prima figlia) era tutto un pullulare di leggende e mance da capogiro, donne che facevano la fila. Gli piacevano l’Italia e le belle italiane: Lory Del Santo gli fece perdere la testa, sui rotocalchi trionfò la rivelazione della loro prima notte a Montecarlo: «Fece preparare la stanza con i petali di rosa sparsi sul pavimento e profumo orientale diffuso in tutta la stanza. Mi regalò un rubino a cuore rosso, un tennis di diamanti e un anello che però rimandai indietro: erano più anelli che si incastravano tra di loro su più piani, una scultura un po’ ingombrante. Lui rimase di stucco».



La sua alcova galleggiante era il Nabila, panfilo di 86 metri che spesso navigava tra apri e la Costiera Amalfitana e che fu anche comprato per 29 milioni dall'attuale Presidente Usa Donald Trump. L’anno scorso Kashoggi fu colpito da ictus cerebrale che lo aveva costretto sulla sedia a rotelle. 
Lascia due vedove, sposate con rito musulmano: l’italiana Laura Biancolini, (convertita all’Islam col nome di Lamia, da cui ha avuto il figlio Ali), e l’iraniana Shahpari Zanganeh (che gli ha dato Khamal e Samiha). La prima moglie, l’inglese Sandra Daly (nota come Soraya, da cui ebbe Nabila, Mohamed, Omar, Khaled e Hussein) volle il divorzio quando, nel 1980, Adnan si innamorò di Lamia. Era zio di Dodi Al Fayed, deceduto vent’anni fa nell’incidente parigino assieme a Lady Diana.



Nato alla Mecca, dove il padre era medico della famiglia reale saudita, Adnan si era laureato giovanissimo in Economia alla prestigiosa Stanford University, in California. È stato un geniale businessman internazionale, molto spericolato: tanto da finire in molti guai giudiziari. Il declino quando fu costretto a vendere il celebre panfilo. Era davvero finita un’éra.
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Ultimo aggiornamento: Martedì 6 Giugno 2017, 21:10
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