Morto de Margerie, ad Total: il jet si è schiantato
contro uno spazzaneve. "Chi guidava era ubriaco"

Morto de Margerie, ad Total: il jet si è schiantato ​contro uno spazzaneve. "L'uomo alla guida era ubriaco"
MOSCA - La Francia piange Christophe de Margerie, amministratore delegato del gruppo petrolifero Total - sposato con tre figli - morto a 63 anni in un incidente aereo a Mosca. Ribattezzato 'Big Moustache' per i suoi baffoni bianchi incurvati, de Margerie - dal 2010 alla guida della prima azienda di Francia - era noto per il suo spirito libero, carismatico, indipendente e anticonformista. Ma anche per lo spiccato senso dell'umorismo, qualità che facevano di lui una personalità fuori dal comune rispetto a molti manager transalpini. «Ha dedicato la vita all'industria francese», ha ricordato il presidente francese Francois Hollande. Mentre Vladimir Putin si è detto «sconvolto» per la perdita di un «vero amico» della Russia.







Da sempre, de Margerie si era detto contrario alle sanzioni economiche dell'Occidente contro Mosca per il suo ruolo nella crisi ucraina. Oltre ai baffi e alle camicie col colletto all'inglese, originali erano i suoi interventi nel dibattito pubblico. Come nel 2011, quando firmò - insieme ad altri quindici manager - un appello in cui chiedeva di poter pagare più tasse. Anche se poi si trovò a dover difendere la politica di ottimizzazione fiscale di Total, trasferitasi in gran parte all'estero. Nato il 6 agosto 1951 in Vandea, de Margerie è cresciuto in una ricca famiglia di diplomatici e capitani d'industria. Come il nonno Pierre Taittinger, fondatore dell'impero dello champagne. Entrato nel 1974 nella direzione finanziaria dell'ex Compagnia francese dei petroli, poi diventata Total, l'enfant prodige scalò tutti i gradini, fino a diventare il massimo dirigente. Complice anche la sua figura bonaria e 'rotondà, che gli è valsa la reputazione di manager caloroso e aperto al confronto. «Aveva un profondo senso dell'ironia», ha ricordato un collaboratore. Mentre i dipendenti del grattacielo Total, alle porte di Parigi, dicono di essere ancora «sotto choc»: «spesso scendeva qui sotto a fumare il sigaro», ricordano.







De Margerie - che ha contribuito ad estendere gli affari in Paesi difficili come Iraq, Iran e Birmania - arrivò alla guida della multinazionale in tempi difficili, soprattutto da un punto di vista giudiziario, con il naufragio dell'Erika nel 1999. Poco dopo la sua nomina, l'aristocratico allergico alle etichette, dal linguaggio schietto e diretto, passerà oltre 24 ore in stato di fermo, nel quadro di una vicenda di corruzione con l'Iran. Venne anche coinvolto nelle indagini sul programma 'Oil for food' in Iraq, prima dell'assoluzione nel 2013, dopo otto anni di procedure e un mese di processo. Un giorno raccontò che se non fosse diventato petroliere, avrebbe voluto diventare pilota o lavorare in fattoria. È riuscito a farlo in qualche raro week-end, quando montava a bordo di un trattore nella sua proprietà di campagna. Ex allievo dei gesuiti, de Margerie amava citare la parabola dei talenti nel Vangelo di Matteo. Chi nasce fortunato, ha dei doveri: «Bisogna restituire ciò che ci è stato donato», amava ripetere. A rendere omaggio al francese, anche la comunità di Sant'Egidio, che ha ricordato il suo impegno per la cura e la prevenzione dell'Aids in Africa e la sua assidua partecipazione alle Preghiere per la Pace. Dall'Artico all'Argentina, fino al Canada, al Congo, alla Birmania, la Total di Margerie ha però collezionato contenziosi con numerose ong, in prima linea per la difesa dell'ambiente e dei diritti umani.



AUTISTA UBRIACO È stato un caso di «negligenza criminale» a provocare l'incidente all'aeroporto Vnukovo di Mosca nel quale hanno perso la vita il ceo di Total, Christophe de Margerie, e i tre membri dell'equipaggio del suo jet privato, schiantatosi contro un mezzo spazzaneve. Lo hanno detto gli investigatori dell'agenzia federale russa che stanno indagando sull'incidente. Come era emerso stamattina, l'autista del mezzo spazzaneve era risultato ubriaco. «È già evidente che la causa degli eventi non è stata affatto una tragica confluenza di circostanze, che è quanto i funzionari dell'aeroporto stanno tentando di sostenere, ma la negligenza criminale dei responsabili che non sono stati in grado di coordinare le azioni dei dipendenti dello scalo», ha detto il portavoce degli investigatori, Vladimir Markin, secondo quanto riporta la Bbc. Markin ha anche annunciato la probabile sospensione di numerosi funzionari dello scalo.



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Ultimo aggiornamento: Mercoledì 22 Ottobre 2014, 10:18
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