Londra come Nizza e Berlino: auto e Tir sulla folla, le nuove armi Isis
di Mario Fabbroni
Niente che il Medioriente non abbia già sperimentato da decenni, visto che da quelle parti i morti innocenti alle fermate del bus si sono contati a decine. Superando in operatività ed efficacia anche la più "classica" autobomba.
Attorno a Westminster, una o due automobili guidate da terroristi disposti all'estremo sacrificio hanno falciato uomini e donne che fino a pochi istanti prima sembravano felici. Le loro macchine fotografiche non scatteranno più istantanee di viaggio, i loro smartphone non manderanno più messaggini su WhatsApp e non risponderanno più ai loro cari. Sangue ovunque, attacchi difficilmente controllabili nonostante la presenza di schiere di poliziotti e telecamere puntate. Fa rabbrividire il fatto che l'attacco di Londra sia avvenuto proprio nel giorno della memoria dell'eccidio di Bruxelles, un anno fa. Ma lascia attoniti pure che le modalità di morte si siano concretizzate proprio come ordinato dai vertici del Califfato messo alle strette in Iraq e Siria: "Combattenti, andate via da qui e colpite in Europa. Da soli e con ogni mezzo". Appunto. Con auto, coltellacci, tir, aggressioni ai posti di blocco per poi assalire simboli occidentali come i McDonald's.
Dopo Nizza, ecco la strage al mercato di Berlino. Stessa modalità, con il tir guidato dal solito "soldato dell'Isis" che piomba tra la gente in cerca di regali e souvenir prenatalizi. «I veicoli sono come i coltelli, estremamente facili da acquistare e sono tra i più letali metodi di attacco, i più efficaci per sterminare un grande numero di infedeli», si legge in uno dei vademecum del terrore islamico. Così ha fatto appunto Anis Amri, l'attentatore tunisino che
seguendo le istruzioni il 19 dicembre è piombato a bordo di un camion, proveniente dall'Italia, sul mercatino di Natale di Berlino, uccidendo 12 persone, tra cui l'italiana Fabrizia Di Lorenzo, e ferendone altre 50. E ora il supersorvegiato cuore di Londra.
Impossibile non domandarsi se Roma riuscirà a superare indenne la prova delle prossime ore con il vertice dei 27 Capi di Stato europei radunati sabato 25 all'ombra del Colosseo per la celebrazione dei 60 anni dalla firma del Trattati della Capitale. Non è affatto un caso se, già venerdì, non saranno fatti entrare camion e tir in una grande zona del centro. La paura corre sull'asfalto.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 22 Marzo 2017, 20:10
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