Grecia, Tsipras: "Soldi per salvare le banche,
non al popolo". Panico sulle borse asiatiche

Grecia, Tsipras: "Soldi per salvare le banche, non al popolo". Le borse europee tentano la risalita, crolla la Cina: -5,9%

di Alessandra Severini
ROMA - Un atto di accusa verso le politiche di austerità dell'Unione ma anche un'apertura verso le richieste dei creditori. Il discorso che il premier greco Alexis Tsipras pronuncia a Strasburgo, davanti all'Europarlamento, ha i toni pacati ma fermi di chi sa di avere dalla sua il popolo che rappresenta.





Accolto dagli applausi delle sinistre europee e degli euroscettici e da qualche fischio venuto dai banchi dei Popolari, il premier ellenico accusa: «Siamo stati usati come cavie per l'austerity, ma questa non ha avuto successo. I soldi dei creditori internazionali non sono mai arrivati al popolo greco ma sono andati alle banche».



Nelle sue parole non c'è traccia di accusa alla Germania o all'euro. C'è invece il riconoscimento anche delle colpe dei governi che lo hanno preceduto: «Non sono tra coloro che addossano tutte le colpe agli stranieri per i mali della Grecia. Per tanti anni i governi greci hanno creato uno stato di clientelismo, di corruzione tra politica e imprenditoria e arricchito una certa fetta del popolo ellenico».

Ma il tempo stringe e l'accordo ancora non c'è. Dovrà arrivare per forza entro domenica, giorno in cui si riuniranno i capi di Stato e di governo dei paesi della Ue (e non solo dell'eurozona). Da lì si attende la soluzione definitiva. Come annunciato dallo stesso Tsipras, la Grecia chiede un prestito triennale al fondo Salva Stati ed è pronta in cambio a fare delle riforme strutturali a cominciare, già la prossima settimana, con uno stop alle baby pensioni e una riforma del fisco. Oggi il governo greco presenterà proposte «concrete e credibili», promette Tsipras che giura di non avere «un piano segreto per uscire dall'euro».



All'europarlamentare tedesco, leader del Ppe, Manfred Weber che lo accusa di non essere credibile, il premier ellenico risponde che sì, la Grecia chiede «un taglio del debito, per poter essere in grado di restituire i soldi». Ma ricorda anche che «il momento di massima solidarietà nella Ue è stato nel 1953, quando venne tagliato il 60% del debito tedesco, dopo la Guerra». E se c'è chi scommette che alla fine, complice l'alleanza dei paesi conservatori del nord Europa, prevarrà la linea dura e la Grecia sarà costretta ad uscire dall'euro, i mercati sembrano fare previsioni opposte. Ieri le Borse del Vecchio continente hanno chiuso tutte in positivo. Milano ha registrato un rialzo superiore al 2% e lo spread non ha superato i 154 punti base.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 9 Luglio 2015, 06:29