Dona il rene a una sconosciuta e le salva la vita
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Dona il rene a una sconosciuta e le salva la vita dopo aver letto un appello su Facebook

di Federica Macagnone
La vita di Stacey Hewitt, una 26enne di Redcar, in Gran Bretagna, è cambiata una sera in cui, lontano da lei, in una casa sconosciuta, una donna stava bevendo un bicchiere di vino con il marito e intanto, consultando Facebook, si imbatteva in un appello lanciato da un uomo. Quella donna era Louise Drewery, 36 anni, e non ci ha riflettuto nemmeno un attimo. Instintivamente ha pensato che l'appello di quell'uomo non poteva non essere ascoltato e ha pensato:«Sì, lo aiuterò». L'uomo dell'sos era il padre di Stacey, e chiedeva: «C'è qualcuno che donerebbe un rene a mia figlia?».



Stacey, madre di un bambino di tre anni, Alfie, aveva una malattia renale cronica che la rendeva sempre più debole e le consentiva di camminare solo per brevi distanze: senza un trapianto si sarebbe aggravata e avrebbe avuto bisogno della dialisi per tutta la vita. I suoi genitori non erano donatori idonei e, visto che i tempi medi d'attesa per un organo si aggirano intorno ai tre anni, la sua famiglia temeva che non avrebbe potuto aspettare così a lungo.



La donna che ha detto sì era Louise, di Scunthorpe, nel Lincolnshire: anche lei è mamma e, pensando ai suoi due figli, non poteva non correre con la mente al dramma che stava vivendo quella giovane donna e il suo piccolo che rischiava di crescere senza una madre che si potesse occupare di lui.



Darren, il padre di Stacey, lanciò quell'appello su Facebook per disperazione: mai si sarebbe aspettato una valanga di risposte come quella che gli è arrivata in tempi velocissimi. «Nel giro di pochi secondi la mia casella di posta è impazzita». Tra quelle risposte c'era anche quella di Louise: dopo 13 mesi di test medici fu stabilito che la donna avrebbe potuto donare il proprio rene.



«Le persone mi chiedono se ho donato un rene a un amico o a qualcuno della mia famiglia - racconta Louise - Rimangono scioccati quando dico che l'ho fatto per una perfetta sconosciuta. Ma Alfie è così piccolo e merita che la sua mamma possa crescerlo». Certo, quando il momento dell'intervento si stava avvicinando, Louise ha avuto non pochi pensieri in merito al grande sacrificio che stava per fare e ai rischi che correva. «La mia più grande paura era quella di non risvegliarmi e di lasciare i miei figli senza una madre, mentre il motivo di quello che stavo per fare era proprio di non lasciare che un altro bambino vivesse senza la mamma».



Il trapianto, effettuato presso il Freeman Hospital di Newcastle, ebbe successo e Stacey ne avvertì fin da subito i benefici: si stima che sia stato il primo in Gran Bretagna scaturito da una donazione sollecitata tramite i social media. I genitori della ragazza, che erano andati a trovare Louise prima dell'intervento, l'avevano definita "una eroina assoluta".



«È incredibile quello che ha fatto, non potrò ringraziarla mai abbastanza - dice Stacey - Avrebbe potuto ripensarci da un momento all'altro, e invece no: ci vuole un enorme coraggio per donare un organo a qualcuno che non conosci. Ora abbiamo un legame che ci unirà per tutta la vita».
Ultimo aggiornamento: Martedì 20 Ottobre 2015, 13:03