La foto tra i bambini israeliano e palestinese:
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La foto tra i bambini israeliano e palestinese: simbolo per vent'anni. Ma era un falso
Da oltre vent'anni è un vero e proprio simbolo di pace, spesso rispolverato alla luce delle nuove crisi tra Israele e Palestina. E invece solo oggi si è scoperto che la foto dell'abbraccio tra un bambino israeliano ed uno palestinese è un falso.



In realtà, quei due bambini sono entrambi ebrei israeliani, allora molto amici tra loro e diventati nel frattempo uomini. La foto fu infatti scattata nel 1993, a tre mesi dagli storici accordi di Oslo, dalla fotogiornalista americana Ricky Rosen con l'intento di testimoniare il significato di quell'intesa e la nuova situazione che ne poteva scaturire. «Era un ritratto simbolico - ha raccontato al quotidiano Haaretz - e non ho mai supposto che fosse una foto documentaria».



Rosen - che ha seguito il conflitto israelo-palestinese per 26 anni - ha raccontato che l'opera gli fu commissionata da 'Maclean's', un settimanale canadese, il cui art-director fu molto chiaro nella sua richiesta: un bambino in kippà e l'altro con la keffiyeh ripresi di schiena che camminano, con sfondo Gerusalemme, verso una lunga strada che doveva simbolizzare «la strada per la pace». Nè gli interessava tanto la realtà, quanto piuttosto la simbologia, o l'allegoria, che la foto avrebbe richiamato.



Compito assolto per anni, visto che lo scatto è stato riprodotto migliaia di volte e che è virale sul web. Rosen chiese quindi al suo amico e vicino di casa Haim Shapiro (un giornalista del 'Jerusalem Post') se suo figlio Zvi, oggi di 32 anni, fosse disponibile per interpretare il bambino con la kippà in testa. E Shapiro padre accettò. Occorreva invece trovare chi potesse rappresentare il bambino con la keffiyeh, visto che all'epoca, dopo la prima Intifada e con i rapporti tesi tra palestinesi e Israele, non era così facile.











La difficoltà fu risolta ricorrendo ad un amichetto del piccolo Zvi, Zemer Aloni, che oggi ha 33 anni. E il fatto che avesse radici orientali, in quanto figlio di un ebreo iraniano - ha detto lui stesso - lo rese «appropriato» per la foto. La keffiyeh usata era quella che Rosen metteva sul cruscotto della propria macchina durante i suoi reportage nei Territori in modo da evitare se possibile le pietre dei palestinesi. «Ricky - ha spiegato Shapiro, che oggi vive negli Usa e che ha perso contatto con l'amico - ci disse soltanto di parlarci fra noi. Ed è anche divertente perchè non penso che avremmo dovuto necessariamente mettere le braccia uno sulle spalle dell'altro».



Fatto sta che lo scatto divenne rapidamente una delle foto iconiche della possibile pace e resta anche oggi un'immagine potente. Basti pensare che l'ultima volta è stata usata dalla cantante Rihanna in un tweet durante la guerra della scorsa estate a Gaza. «Preghiamo - ha scritto l'artista - per la pace e una felice conclusione del conflitto israelo-palestinese. C'è qualche speranza...?». «Mi piacerebbe che Rihanna - ha confessato Rosen - spiegasse lei stessa che la foto non è veramente quella di un bambino palestinese e di uno israeliano, ma che vuole rappresentare le speranze di pace che allora erano in cammino».
Ultimo aggiornamento: Martedì 9 Dicembre 2014, 09:49
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