Erdogan, bavaglio alla stampa: irruzione
nelle redazioni, 23 giornalisti arrestati
di Giammarco Oberto
L’offensiva ha il sapore della vendetta: a Istambul e in altre 12 città la polizia ha fatto irruzione nelle redazioni di media legati a Fethullah Gulen, filosofo islamico in esilio negli Stati Uniti, a capo di una corrente della destra islamica turca contrapposta a quella guidata da Erdogan, l’Akp.
Il governo ritiene Gulen il burattinaio della campagna stampa di un anno fa sulla tangentopoli turca, un’inchiesta che aveva messo in difficoltà Erdogan e coinvolto anche suo figlio Bilal e tre ministri. Ieri la retata, annunciata già lo scorso 11 dicembre su Twitter da una Gola Profonda che l’intellogence turca ancora non è riuscita a individuare. Sono finiti in manette 23 giornalisti, tra cui il direttore dell’emittente Samanyolu, Hidaye Karaca, e Ekrem Dumanli, direttore del quotidiano Zaman, di propietà di Gulen e unod ei giornali più letti del Paese.
Avevano già cercato di arrestarlo all’alba, Dumanli, ma li agenti avevano desistito per la protesta in strada di almeno 500 persone con i cartelli “giù le mani dalla liberatà di stampa”: tar di loro c’era anche l’ex calciatore Hakan Sukur, deluso dalla politica di Erdogan. Qualche ora dopo invece l’arresto è stato eseguito. Dumanli è uscito in manette tra gli applausi: «Non abbiamo paura. Deve essere spaventato chi ha comemsso un crimine» ha detto il direttore.
Per i giornalisti arrestati l’accus è di aver «formato un gruppo terrorista».
L’opposisione è scatenata: «Questo è un colpo di Stato contro la democrazia» ha detto il leader del Chp, Kemal Kilicdaroglu. Attacca l’ordine adei gironalisti: «La libertà di stampa e di opinione in Turchia sono punite»
Ultimo aggiornamento: Lunedì 15 Dicembre 2014, 09:59
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