Trovato il cuore per Chloe: la corsa contro
il tempo è vinta

Trovato il cuore per Chloe: la corsa contro il tempo è vinta

di Federica Macagnone
La salvezza è arrivata sul filo di lana, quando ormai nessuno ci sperava più e sulla vita di Chloe Beaney, 14enne inglese malata da anni, sembravano già scorrere i titoli di coda.






Giovedì notte, come in un thriller per una volta a lieto fine, è arrivato il dono insperato che vale come un bonus speciale per una nuova vita: un cuore "regalato" da un donatore di organi che le è stato immediatamente trapiantato. L'operazione è andata bene, la famiglia vive da alcune ore come in un sogno, Chloe spalanca gli occhi increduli: è ancora viva e il mondo è ancora lì. Lassù qualcuno la ama.






La ragazza aveva i giorni contati ed era in cima alla lista dei pazienti in attesa di trapianto. Una corsa contro il tempo in cui Chloe aveva pochissime possibilità di vincere: serviva un cuore compatibile, ma tutto taceva, le ore passavano ma nessun segnale all'orizzonte. Con i suoi parenti che pregavano in un clima surreale affinché, da un momento all'altro, il telefono squillasse e arrivasse per loro quella buona notizia che - lo sapevano bene - avrebbe comportato contemporaneamente un lutto per un'altra famiglia. Con un appello accorato, mamma Catriona, 32 anni, aveva implorato i genitori di donare gli organi dei loro figli, qualora morissero, per dare una chance a Chloe.






«Anche se - racconta Catriona - la prima volta che si è parlato della necessità di un trapianto, Chloe ha detto di provare una gran tristezza pensando alla famiglia dell'eventuale donatore».




«Mi piacerebbe avere Chloe a casa per Natale - aveva detto la mamma nei giorni bui dell'attesa - ma realisticamente non sono sicura che accadrà se non arriverà un donatore in tempi rapidissimi. Sarebbe il miglior regalo di Natale se qualcuno potesse regalare la vita a mia figlia. Sarebbe perfetto... è tutto quello che voglio».






I medici, d'altronde, avevano avvertito tutti: senza un trapianto nell'arco di due settimane, Chloe sarebbe potuta morire da un momento all'altro.
La madre lanciava appelli disperati: «E' importante che in ogni famiglia ci sia qualcuno che spieghi come la disgrazia di qualcuno possa donare la vita a qualcun altro».






In quei giorni Catriona e il marito Colin, 45 anni, ridevano e scherzavano con la figlia al suo capezzale come se tutto fosse a posto, facendo del loro meglio per nascondere le loro paure. Chloe, che ha una sorellastra Siobhan, di 18 anni, e un fratello Dylan, 10, ha dovuto lottare per gran parte della sua vita. Quando aveva due anni le fu diagnosticata una rara forma di leucemia, la mieloide acuta, il tipo più raro e più difficile da sconfiggere: servirono sei mesi estenuanti di chemioterapia per riuscirci. «Ci dissero che uno di questi cicli avrebbe potuto danneggiarle il cuore, ma che comunque era improbabile - dice la mamma - Chloe era molto vivace, ha avuto alti e bassi, ma alla fine ce l'ha fatta».






Due anni fa, però, l'incubo tornò ad affacciarsi. «Quando Chloe faceva attività fisica sentiva un'oppressione toracica e restava senza fiato - racconta la mamma - All'inizio non pensavo fosse qualcosa di grave, ma poi i sintomi si intensificarono. Il suo oncologo scoprì che aveva un problema al cuore. Mi sentii devastata. D'altra parte sapevo che un giorno la chemioterapia di dieci anni prima avrebbe potuto provocare problemi cardiaci. A Chloe fu diagnosticata la cardiomiopatia dilatativa, una malattia in cui il muscolo cardiaco diventa allungato e sottile: in questa situazione il lavoro per pompare sangue in tutto il corpo diventa molto difficile. In un primo momento i medici credevano che un farmaco avrebbe potuto tenere tutto sotto controllo».




«Durante l'estate, però, c'è stato un enorme peggioramento delle sue condizioni - continua Catriona - I medici le hanno diagnosticato un problema più grave: la cardiomiopatia restrittiva, che rende rigide le pareti del cuore in modo tale che non possano allungarsi e riempirsi di sangue correttamente. Fino a quando, alcune settimane fa, la situazione è precipitata: lei si sentiva stanchissima e senza fiato».



Da quel momento il ricovero in terapia intensiva e l'attesa di un miracolo: un cuore nuovo che la tenesse agganciata alla vita. Un attesa da incubo fino a giovedì scorso. Quella notte il sole si è acceso.


Ultimo aggiornamento: Domenica 30 Novembre 2014, 12:12