Riaperta l'ambasciata di Cuba a Washington,
54 anni dopo. "Ora via l'embargo" -Foto
Dopo oltre 50 anni al dipartimento di Stato torna così la bandiera cubana tra quelle dei paesi con cui gli Stati Uniti mantengono relazioni diplomatiche. Con discrezione e senza fanfare, prima dell'alba è stata posizionata tra quella croata e quella di Cipro. Poco lontano, in mattinata, è stato il ministro degli Esteri cubano, Bruno Rodriguez, ad issare la bandiera su quella che torna ad essere l'ambasciata di Cuba a Washington. Una cerimonia davanti a qualche centinaio di invitati, mentre in strada una piccola folla dava voce a quelle contrapposizioni che la storica decisione pure suscita, tra chi festeggia per l'inizio di una nuova era e chi ritiene che si sia persa un' «occasione» per 'liberare' davvero Cuba. «È una giornata di festa senz'altro, ma di una festa incredibile». Vivian Delgado è forse la più entusiasta. «È un momento incredibile - non si stanca di ripetere - per me che sono cubana-americana di prima generazione, ma anche per i ragazzi, i più giovani, la seconda generazione di cubani-americani cui questa giornata va spiegata come un litigio tra fratelli che deve essere risolto e per questo bisogna decidere se essere parte del problema o parte della soluzione. Ecco, noi oggi siamo parte della soluzione». Francisca Vigaud, anche lei cubana-americana, per festeggiare invece non vede alcun motivo. A suo avviso così si consente al regime di Castro di continuare nell'oppressione. «Da quando sono cominciati i colloqui che hanno portato a questa decisione - spiega all'ANSA - l'oppressione è continuata invece di diminuire». E Francisca non crede nemmeno che in futuro le cose potranno cambiare: «Obama ha preso una decisione che non tiene conto della voce dei cubani, è stata persa un'occasione, è stato perso il treno». Intanto partono i comunicati: la 'sezione d'interessi' Usa all'Avana «é diventata ambasciata degli Stati Uniti e proseguirà le proprie funzioni diplomatiche dalla sede sul 'Malecon'» della città, sotto la guida «dell'attuale incaricato d'affari ad interim, Jeffrey De Laurentis». È la prima nota diffusa dalla rappresentanza americana all'Avana, in attesa dell'imminente viaggio a Cuba del segretario di Stato John Kerry. Entro l'estate, conferma il Dipartimento di Stato, il 14 agosto secondo indiscrezioni. Gli Stati Uniti sono ben attenti a considerare questa ulteriore fase dell'avvicinamento tra i due paesi come uno dei passi lungo il percorso annunciato da Obama il 17 dicembre scorso, nella consapevolezza che sono diversi i nodi da sciogliere. A partire dall'embargo. È il ministro cubano a ricordarlo oggi a Washington, chiedendo la rimozione completa delle restrizioni americane contro il suo Paese. Si apre «l'opportunità per rapporti bilaterali nuovi e diversi da quelli avuti finora», ha detto il ministro degli Esteri cubano, Bruno Rodriguez, davanti ai circa 500 invitati alla cerimonia nella 'nuova' ambasciata a Washington, durante la quale non ha mancato di «portare un saluto del presidente Raul Castro» ma di ricordare anche Fidel: «Siamo giunti qui grazie al leader storico della 'revolucion', Fidel Castro», ha detto.
Ultimo aggiornamento: Martedì 21 Luglio 2015, 10:54
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