Crimea, assaltata l'ultima base ucraina: i militari rimasti trattano la resa. Mosca contro le sanzioni

Crimea, assaltata l'ultima base ucraina I militari rimasti trattano la resa
Clima da 8 settembre nella base di Belbek, residuo bastione delle forze ucraine nella Crimea ormai annessa da Mosca, dove stamattina circa 250 fra soldati e civili hanno acceso un grande fal nella piazza d'armi per bruciare documenti preparandosi evidentemente ad abbandonare l'installazione secondo l'ultimatum fissato ieri da unità russe e filorusse. Lo riferiscono testimoni oculari, che affermano di aver sentito da diverse reclute frasi come questa: «Non vediamo l'ora di tornare a casa».



I militari russi hanno lanciato un assalto alla base con i blindati. Sono stati uditi degli spari, e vi sarebbero almeno due feriti e un residuo contingente ucraino resta asserragliato in un edificio della struttura. Il comandante ucraino della base, Iuli Mamciur, sta trattando con militari russi la resa dell'installazione. Prima di negoziare, l'ufficiale ha arringato i suoi elogiandoli per aver «fatto il possibile» per difendere l'onore delle loro divise.



Testimoni sul posto hanno raccontato all'ANSA che Mamciur ha riunito in piazza d'armi gli uomini rimasti con lui asserragliati nell'ultimo edificio della base e, dopo aver parlato, ha intonato con loro l'inno ucraino. Nel cortile della base, residuo bastione di un qualche rilievo rimasto in mano alle forze militari di Kiev in Crimea dopo l'annessione, si sono intanto schierati almeno 4 blindati dell'artiglieria russa, mentre al di fuori la struttura è circondata da milizie di cosacchi filo-Mosca.



Da ieri mattina, la base era circondata dalle forze di Mosca. Una delegazione di militari aveva informato il colonnello Mamchur del completamento delle procedure di annessione della Crimea alla Russia, chiedendogli di consegnare le armi. «Uno di loro mi ha detto che eravamo qui illegalmente, che violavamo le norme delle Nazioni Unite. Potete immaginare, gente come questa che parla di diritto internazionale. Ho risposto loro che il Parlamento di Mosca non è il mio parlamento. Che avrei aspettato gli ordini del mio governo a Kiev», aveva testimoniato l'ufficiale in una intervista all'inviato dell'Independent.



Su 18mila militari ucraini dislocati in Crimea, 16mila hanno deciso di cambiare uniforme e prestare servizio per la Russia. Lo ha annunciato il ministro della difesa russo Sergei Shoigu, confermando che, delle 67 unità navali che facevano capo alla marina ucraina in Crimea, 54 hanno issato bandiera russa (la croce di sant'andrea della Flotta del mar nero russa), incluso il sottomarino Zaporizhzhia, l'unico della marina ucraina. Il giorno dopo la scadenza dell'ultimatum rivolto dalle forze russe in Crimea ai militari ucraini della penisola (lasciare il territorio o cambiare divisa), Shoigu ha chiesto al comando della Flotta del mar Nero di autorizzare i militari ucraini che vogliono lasciare la Crimea a «dirigersi in territorio ucraino in modo organizzato», come rende noto l'agenzia di stampa Interfax. Il capitano russo, a capo dei sottomarini della flotta del mar Nero, Anatoly Varochin ha reso noto che metà dell'equipaggio del Zaporizhzhia, incluso il comandante, ha rifiutato di prestare servizio per i russi.



Una prima squadra di 40 osservatori internazionali dell'Osce è partita oggi per l'Ucraina. Lo ha annunciato Tatyana Baeva, portavoce dell'Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa. La missione decisa ieri sera prevede 100 osservatori, ma la maggior parte deve ancora essere reclutata fra i paesi membri, ha aggiunto la portavoce. Gli osservatori dovranno monitorare la situazione della sicurezza, i diritti umani e la tutela delle minoranze in Ucraina. La Russia, che fa parte dell'Osce, ha escluso il dispiegamento in Crimea.



Mosca spera che la missione dell' Osce in Ucraina concordata ieri con l'ok della stessa Russia aiuti a «superare la crisi, fermando il rampante banditismo nazionalista a Kiev e contribuendo a un accordo nazionale - Lo ha detto il portavoce del ministero degli esteri russo Aleksandr Lukashevich - La russia ritiene d'altronde che «il mandato della missione rifletta le nuove realtà politiche e giuridiche» e quindi «non si estenda alla Crimea e a Sebastopoli, che fanno ormai parte della Russia».




Le sanzioni Mosca esprime rincrescimento per le nuove sanzioni dell'Unione Europea contro la Russia e «si riserva il diritto ad una risposta appropriata». È quanto afferma il ministero degli Esteri russo, citato dall'agenzia stampa Interfax. Il ministero esorta anche l'Ue «a tornare sul terreno pragmatico della cooperazione», a soddisfazione dei «comuni interessi» fra le parti.



Il capo della diplomazia russa Serghiei Lavrov e il segretario di Stato John Kerry hanno in programma di incontrarsi oggi (sabato 22) all'Aja, dove lunedì 24 inizierà un summit internazionale sulla sicurezza nucleare. Lo rende noto il ministero degli Esteri russo, ricordando che i due hanno concordato di rimanere in contatto sulla crisi ucraina, per discutere le vie per una de-escalation della crisi e per l'avvio di una riforma costituzionale con la partecipazione di tutte le regioni del Paese.
Ultimo aggiornamento: Domenica 23 Marzo 2014, 12:38
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