Chernobyl, domato l'incubo nucleare:
tecnologia italiana per il sarcofago sulla centrale

Chernobyl, domato l'incubo nucleare: tecnologia italiana per il sarcofago sulla centrale

di Valeria Arnaldi
Sono passati più di trent’anni dal disastro di Chernobyl - avvenne il 26 aprile 1986 - e, ieri, il mega-arco progettato per coprire il reattore numero 4 della centrale nucleare è stato finalmente posizionato. L’intervento è durato due settimane a causa delle complessità delle operazioni di traslazione.

L’arco, infatti, costruito nelle vicinanze dello stabilimento, è stato fatto “scivolare” sul reattore grazie a un sistema di martinetti idraulici. Ora gli operai inizieranno a smantellare le parti instabili del “sarcofago” che era stato costruito trent’anni fa. Realizzata in acciaio e costruita per resistere almeno cento anni, la nuova “protezione”, battezzata “New Safe Confinement”- la più grande struttura mobile realizzata fino a oggi: pesa 36mila tonnellate - simile a una sorta di hangar è costata 1,5 miliardi di euro erogati dalla Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo, con il contributo dunque di 40 Paesi e organizzazioni.

Sono stati necessari sedici anni per progettare e costruire il mega-arco che proteggerà la centrale. «Lasciamo che tutti possano ammirare ciò che l’Ucraina e il mondo possono fare quando sono uniti - ha commentato il presidente ucraino Petro Poroshenko, al completamento della copertura - come siamo in grado di proteggere il mondo dalle contaminazioni e dalle minacce nucleari».

La struttura, ovviamente, non consentirà il ritorno alla normalità. Nell’area di quasi 2600 chilometri quadrati intorno al reattore, disabitata appunto dal disastro, i livelli di contaminazione sono ancora alti e, secondo gli esperti, lo rimarranno per decenni. I lavori, sempre grazie alla Banca europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo, proseguiranno nei prossimi mesi per portare avanti la bonifica dell’area.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 30 Novembre 2016, 08:48
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