BOSTON, TRE MORTI: DUE BOMBE-PENTOLA.
"PISTA ATTENTATO POLITICO" -FOTO/VIDEO

BOSTON, TRE MORTI: DUE BOMBE-PENTOLA. "PISTA ATTENTATO POLITICO"
BOSTON - Tre vittime, tra cui un bambino di 8 anni, e oltre 140 feriti, di cui almeno 19 gravi. Oltre 10 le amputazioni. Si aggrava così il bilancio della tragedia alla maratona di Boston che ha fatto ripiombare gli Stati Uniti nell'incubo terrorista dell'11 settembre. Al momento, ma la prudenza è d'obbligo, nessun italiano risulta tra i feriti. Sulle tv americane vengono trasmessi in maniera ossessiva i tanti video delle due esplosioni a 12 secondi di distanza.

Quindi le grida della gente in preda al panico e il sangue sulla strada. Scene forti che gettano un Paese intero nell'angoscia, in uno stato di choc. La foto di un podista di 78 anni scaraventato a terra dallo spostamento d'area a pochi metri dallo scoppio è già diventata l'immagine simbolo, l'icona di questa tragedia. Intanto il lavoro degli inquirenti è a tutto campo.



LA SECONDA VITTIMA È stata appena identificata la seconda vittima delle bombe di Boston: si tratta di una ragazza di 29 anni, Krysle Campbell, diplomata alla Medford High School nel 2001. Lo ha reso noto il sindaco di Medford.



L'ATTENTATO POLITICO Spunta l'ipotetica pista di un attentato a sfondo politico a Boston: dal luogo del ritrovamento del comando, si pensa che la bomba sia stata posta proprio dove era seduto il governatore del Massachusetts poco prima dello scoppio. Lo scrive il Boston Globe. Il governatore del Massachusetts, Deval Laurdine Patrick, classe 1956, è un democratico, attivista dei diritti civili ed è afroamericano. Nato e allevato a Chicago, da una mamma single, la sua biografia ricorda molto quella di Barack Obama, essendosi laureato ad Harvard e specializzato alla Harvard Law School. Dopo la laurea ha militato nella Naacp, la più grande organizzazione degli afroamericani. È stato rieletto nel 2010 e di recente ha annunciato che non intende correre anche nel 2014.



BOMBE-PENTOLE A PRESSIONE Gli ordigni usati a Boston erano costituiti da pentole a pressione piene di schegge metalliche, chiodi e cuscinetti a sfera, collegate a detonatori. Lo riportano i media Usa citando fonti di polizia. Le pentole erano in buste di nylon nera o zaini e sono state trovate anche tracce di circuiti elettronici che farebbero pensare all'uso di timer.  Le bombe erano state confezionate in modo da farle apparire spazzatura. Non è chiaro se fossero state depositate in un cassonetto: una era stata forse collocata su un marciapiede, ha detto una fonte alla Cbs. Senza indurre a conclusioni sulla matrice dell'attentato, la pentola a pressione-bomba è un ordigno che gli esperti di terrorismo ritengono parte dell'addestramento nei campi del Baluchistan tra Pakistan e Afghanistan. Gli inquirenti hanno trovato un comando elettrico che si pensa sia stato utilizzato per attivare lo scoppio delle bombe alla maratona di Boston. Lo ha reso noto il Boston Globe.



OBAMA: ATTO DI TERRORISMO «Atto atroce e codardo contro civili». Lo ha detto Barack Obama parlando della strage di Boston. «Da quel che sappiamo, si tratta di un atto di terrorismo», ha detto il presidente degli Stati Uniti. «Gli americani rifiutano di farsi terrorizzati».

«Dico a tutti che se avete qualche sospetto, parlatene agli inquirenti», ha aggiunto. « I motivi e le persone dietro all'attentato di Boston sono ancora sconosciuti», ha detto, ribadendo come sono in campo «tutte le misure per rispondere a questo attacco». «Non abbiamo ancora alcuna traccia del movente», ha detto Obama confermando che le indagini sono a tutto campo, sulla pista interna come quella esterna.



IL COINQUILINO DEL SAUDITA: "E' UN RAGAZZO TRANQUILLO" Un coinquilino del giovane saudita che secondo alcuni media americani sarebbe stato fermato dopo la strage alla maratona di Boston lo ha definito «un ragazzo pulito e tranquillo» e aggiunto che «non può essere stato lui». Il New York Post, che da ieri batte la pista del fermato, ha parlato con Marcus Worthington, uno studente di legge che cinque mesi fa si è trasferito nell'appartamento di Oceans Towers a Revere, un sobborgo della città dove il potenziale sospetto abiterebbe con un terzo uomo. «È un bravo ragazzo», ha detto Marcus che ha aggiunto di aver visto il compagno di casa per l'ultima volta due giorni fa.

L'appartamento al quinto piano di Ocean Towers è stato perquisito nel corso della notte. Il saudita, uno studente di 20 anni di Medina, sarebbe stato bloccato da uno spettatore dopo le esplosioni e si troverebbe tuttora in ospedale ferito. la polizia lo ha interrogato ma al momento non sarebbe considerato un sospetto. Il giovane, che gli amici descrivono come un «devoto musulmano» ha detto che stava scappando perchè come molti altri, era spaventato dalle esplosioni. Si troverebbe a Boston per studiare l'inglese.

Il giovane interrogato in ospedale dalla polizia dopo essere rimasto ferito nelle esplosioni sul traguardo della maratona di Boston è considerato come un testimone e non come un sospetto, hanno ribadito fonti vicine alle indagini. Fonti dell'ambasciata saudita hanno dal canto loro riferito che si tratta di una ragazzo di circa 20 anni, che ha subito gravi ustioni e sta cooperando con la polizia e l'Fbi, a cui ha anche volontariamente dato il permesso per una perquisizione del suo appartamento. Le stesse fonti hanno inoltre confermato che nell'esplosione è anche rimasta ferita una donna saudita, colpita da schegge ad una gamba.



SOLO DUE BOMBE Non ci sono state altre bombe oltre alle due esplose alla maratona di Boston. Lo ha detto il governatore del Massachussets Deval Patrick in una conferenza stampa con l'Fbi. Non sono stati trovati altri ordigni inesplosi, contrariamente a quanto riportato ieri, ha detto Patrick, solo pacchi sospetti che si sono rivelati inoffensivi. «A un certo punto erano circolate voci che erano state trovate sette bombe. Non è vero, le bombe erano solo due», ha ribadito il responsabile del Alcohl Tobacco e Firearms, Gene Marquez.



PAURA SICUREZZA IN ITALIA Innalzate le misure di sicurezza in Italia dopo l'attentato a Boston. L'allerta, secondo quanto si è appreso, riguarda tutti gli obiettivi sensibili, come ambasciate, consolati, sedi diplomatiche, porti e aeroporti. Particolare attenzione è raccomandata nei confronti delle sedi Usa in Italia.



TERRORISMO INTERNO? L'attentato alla maratona di Boston sembra piu' l'opera di terroristi interni che di al Qaida: ad affermarlo e' Richard Barrett, ex coordinatore dell'Onu per il gruppo di monitoraggio su al Qaida e sui talebani che, sebbene ritenga sia ancora troppo presto per dire chi siano i responsabili, predilige la pista dell'estremismo di destra. "Al momento, sembra piu' probabile che sia stato un incidente di terroristi di destra che un attacco di al Qaida", ha spiegato l'esperto, citando la scelta del giorno e le dimensioni ridotte dell'ordigno. Barrett, che ha servito con i servizi segreti britannici e ora e' al Qatar International Academy for Security Studies, ha ricordato che "e' successo durante il Giorno dei Patrioti, e' anche l'ultimo giorno per gli americani per pagare le tasse e Boston e' una citta' abbastanza simbolica". "Questi - ha concluso - sono piccoli indicatori". Proprio da Boston infatti parti' nel 1773 la protesta delle colonie americane contro le tasse imposte dall'impero britannico, che porto' due anni piu' tardi allo scoppio della rivoluzione americana. In onore di quel movimento, nel 2006 e' nato il 'Boston Tea Party', l'ala oltranzista delle destra repubblicana. Sul tema si e' espresso anche l'analista di sicurezza nazionale della Cnn, Peter Bergen, convinto che alcune informazioni diventeranno piu' chiare una volta che la polizia avra' reso noto che tipo di esplosivo e' stato usato, dal momento che al Qaeda spesso impiega ordigni a base di perossido di idrogeno. L'utilizzo di un altro tipo di esplosivo potrebbe quindi essere un segnale di un coinvolgimento di estremisti di destra. L'esplosione, ha aggiunto Bergen, gli ha ricordato le bombe di Oklahoma City, opera del terrorista americano Timothy McVeigh che proprio il 19 aprile 1995 fece 168 morti e oltre 680 feriti. "Gruppi di destra hanno provato ad attaccare, per esempio, la parata in memoria di Martin Luther King nell'Oregon nel 2010. Quindi, se e' un ordigno di qualche tipo, non dovremmo saltare alle conclusioni su da dove proviene", ha concluso.



CACCIA AI RESPONSABILI Il centro di Boston «trasformato in una zona di guerra», «sangue ovunque», il presidente Barack Obama che tuona «troveremo chi ha fatto questo, scopriremo perchè lo ha fatto»: l'America ripiomba nell'incubo del terrore, dopo la doppia esplosione a Boston, che ha strappato la vita a un bambino di 8 anni, a una ventenne e a una terza persona. Un'altra ventina di persone è ricoverata in condizioni critiche, i feriti arrivano a oltre 130, tra i quali almeno 8 bambini. I medici sono stati costretti a praticare diverse amputazioni.

Le deflagrazioni, a 12 secondi di distanza una dall'altra, hanno trasformato in tragedia la maratona della città, che si corre da 117 anni. Ancora oscura la pista battuta dagli inquirenti: c'è quella del terrorismo internazionale, suffragata dalle molteplici minacce agli Usa di al Qaida in tutte le sue ramificazioni, e di quello interno, che poggia soprattutto su una serie di coincidenze temporali, l'anniversario della strage a Oklahoma City (19 aprile 1995, 168 i morti), il termine per la presentazione della dichiarazione dei redditi, che scadeva proprio ieri, o il Patriots Day in Massachusetts.

Quel che è certo è l'orrore rimbalzato in tutto il mondo, incredulo di fronte a un attacco definito «sofisticato, coordinato e pianificato» contro una massa inerme di 23. 000 partecipanti e altre migliaia di spettatori. Dopo le esplosioni «è scoppiato il caos», ha raccontato Paolo Rossi, 48enne pistoiese, uno dei maratoneti, 227 gli italiani: «Ho visto la morte in faccia. Mia figlia, che aveva scavalcato una balaustra per correre al mio fianco gli ultimi metri, ha cominciato a piangere a dirotto, ci ha raggiunto di corsa mia moglie. Tra le lacrime, non riuscivamo nemmeno a parlare».

E sono decine le storie che si intrecciano in questa tragedia: sono gravemente ferite la mamma e la sorella del piccolo Richard, il bambino rimasto ucciso. Altri due fratelli che assistevano hanno perso entrambi una gamba. «Mi è sembrato di essere tornato in Iraq», ha raccontato un veterano, illeso perchè si era fermato a una decina di metri dall'esplosione per bere. «Ho visto un pezzo di gamba di mio marito che volava in aria», ha detto tra le lacrime un'altra partecipante. L'immagine simbolo è quella di un 78enne, scaraventato a terra dallo spostamento d'aria, come abbattuto da un cecchino. Si è rialzato e ha tagliato il traguardo.

Ora è caccia ai responsabili, che avevano piazzato altri tre ordigni fatte brillare dagli artificieri. Le due bombe, artigianali, sono state messe dentro alcuni cestini della spazzatura lungo il marciapiede, poi fate esplodere con un telecomando a distanza. Smentito il fermo di un giovane saudita, non chiare le perquisizioni eseguite nel corso della notte. Unanime la condanna internazionale, dall'Ue a Vladimir Putin, da David Cameron a Mario Monti.



BOSTON, IL VIDEO DELLA SECONDA ESPLOSIONE







CITTA' BLINDATA Il governatore del Massachusetts Deval Patrick lo ha detto chiaramente: «Boston resta una città aperta, ma blindata». E le strade della città nelle prime ore della notte rispecchiano perfettamente la definizione. In giro ci sono molte auto della polizia e ben pochi passanti, che si guardano con sospetto mentre camminano veloci, mentre nel cielo ronzano continuamente degli elicotteri. Un cielo dichiarato 'no fly zonè dalla Agenzia federale per l'aviazione civile, che ha anche disposto la chiusura dell'aeroporto internazionale di Logan mentre la pista di atterraggio e decollo viene riconfigurata.

Alla stazione ferroviaria i viaggiatori sono ben pochi, e un messaggio diffuso dagli altoparlanti continua a sollecitare chiunque veda un pacco «sospetto» di segnalarlo al più vicino agente di polizia. Solo attorno alla Copley Square, dove sono esplose le bombe che hanno gettato nel terrore la città e il Paese, c'è un pò di gente, in gran parte giornalisti, tenuti a distanza da un fitto cordone di agenti. Tutto intorno c'è un silenzio innaturale. Rotto solo dalle sirene di auto della polizia e dai generatori dei furgoni di appoggio delle grandi emittenti tv, con le antenne satellitari sul tetto. E in lontananza, si vede 'la scena del criminè.

Si estende su un raggio di almeno tre isolati ed è illuminata a giorno dalle luci della polizia e dell'Fbi, che stanno setacciando palmo a palmo tutta la zona alla ricerca della 'firmà degli attentatori. Ed è sigillata da una rete di nastro giallo e dalle transenne che erano state disposte per tenere a distanza il pubblico che normalmente si assiepa sulle strade per vedere il passaggio dei maratoneti. Ad ogni angolo di strada c'è un agente, e ad ogni incrocio almeno una macchina della polizia. Ma oltre che sul posto le ricerche si allargano anche ad eventuali testimoni.

L'Fbi sta visionando le immagini delle telecamere di sorveglianza della zona e ha aperto aperto un numero verde precisando che «nessuna informazione o dettaglio è troppo piccolo», nessuna foto sarà trascurata, tutto sarà considerato, «ogni pietra sarà rovesciata» alla ricerca di una pista che porti ai responsabili dell'attentato, come ha detto Richard DesLauriers, capo dell'Fbi di Boston.



IL VIDEO DELL'ESPLOSIONE



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Ultimo aggiornamento: Lunedì 16 Luglio 2018, 15:34
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